Maritati (Anm), no al Governo
«Tribunali periferici manovra anti-efficienza»

Maritati (Anm), no al Governo «Tribunali periferici manovra anti-efficienza»
di Erasmo MARINAZZO
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Sabato 9 Giugno 2018, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 18:06
Ripristinare i Tribunali periferici? E, cioè, la “giustizia di prossimità” richiamata nel Contratto di governo Lega-5Stelle? «Una manovra contro qualsiasi criterio di efficienza». I palazzi di viale Michele De Pietro e di via Brenta che ospitano i poli penali e civile della giustizia salentina? «Vetusti, inadeguati».
Non fa sconti Alcide Maritati, segretario nazionale dell’Associazione nazionale magistrati che è stato eletto appena due mesi fa. I problemi e le urgenze sono altre, secondo il magistrato salentino che a Lecce ha il compito di coordinatore dell’ufficio gip-gup.
Giudice Maritati, in questi giorni l’Anm sta seguendo da vicino l’emergenza sicurezza a Bari. Qual è la situazione nel Salento?
«Stiamo raccogliendo i dati, come del resto su tutto il territorio nazionale. Abbiamo avviato sia un censimento via mail che ha già raccolto migliaia di segnalazioni da parte dei colleghi. Inoltre il 19 giugno ci sarà un incontro, anche a Lecce, fra magistrati, avvocati, personale della cancelleria e cittadini. Un incontro aperto a tutte le parti interessate alla sicurezza dei palazzi di giustizia. E per sicurezza intendo sicurezza sui luoghi di lavoro piuttosto che i potenziali rischi di aggressione che subisce la nostra categoria. Contiamo di elaborare tutti i dati e di comunicarli al ministro della Giustizia».
Ma gli immobili di viale De Pietro e di via Brenta sono sufficienti e adeguati alla richiesta di giustizia che arriva dal territorio?
«Voglio fare una premessa. Vanno lodate tutte le iniziative intraprese dalla Corte d’Appello e dalla Procura generale che stanno facendo i salti mortali per tirare fuori il meglio da quelle strutture. Tuttavia restano inadeguate: sono superate dai tempi e non si vedono più margini per migliorarle e renderle più adeguate».
 
La Cittadella della Giustizia è una soluzione?
«La Cittadella prevista sulla Lecce-Torre Chianca, fuori dalla cintura urbana del capoluogo, costituisce un progetto che, globalmente, tiene conto di come sia cambiata in questi anni la giustizia salentina. Prevede gli spazi che oggi mancano nelle aule e nelle cancellerie. Parcheggi e la possibilità di essere raggiunta facilmente anche a chi arriva da fuori grazie alla vicinanza della Tangenziale Est».
Sì, come conciliare questo Tribunale “unico” del Salento con l’obiettivo del nuovo Governo di potenziare la giustizia di prossimità?
«La proposta contenuta nel Contratto di Governo sembra andare in senso contrario allo sviluppo degli ultimi 20 anni degli uffici giudiziari. Vedo poca efficienza e dispendio di risorse economiche. Lo dicono i risultati dell’ultima riforma. Perché se non consideriamo città come Roma e Napoli che hanno un bacino di utenza enorme, non vedo a quale criterio di convenienza rispondano i Tribunali periferici. Mi chiedo con quale personale e quali risorse potrebbero essere riaperti nel Salento. No, non è una buona idea. I fatti ci hanno dimostrato che l’accorpamento nella sede centrale faccia funzionare meglio la giustizia».
Alcuni avvocati non hanno mai visto di buon occhio l’accorpamento e continuano a invocare la riapertura delle sedi periferiche. Siete su posizioni diverse?
«Non credo. Piuttosto ritengo che dopo lo scetticismo iniziale anche gli avvocati trovino più agevole raggiungere Lecce e passarci la mattinata piuttosto che spostarsi continuamente da una sede periferica all’altra».
 
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