Cadavere ritrovato nelle campagne riconosciuto dai famigliari: è di un 21enne. Sul corpo ferite di arma da taglio

Trovato nei pressi dell'arteria stradale che collega Manduria a Oria

Cadavere ritrovato nelle campagne riconosciuto dai famigliari: è di un 21enne. Sul corpo ferite di arma da taglio
di Nazareno DINOI
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Giovedì 23 Febbraio 2023, 12:15 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 21:23

È stato ufficialmente riconosciuto il cadavere trovato ieri mattina nelle campagne intorno a Manduria. Il corpo, che presentava ferite di arma da taglio ed altri segni di violenza, appartiene a un 21enne di cui nelle ultime ore era stata denunciata la scomparsa a Lecce. Si tratta di Natale Naser Bahtijari, italiano di origini montenegrine. Il riconoscimento è avvenuto nell'ospedale di Brindisi da parte dei famigliari.

Ferite da arma da taglio

Lo hanno picchiato e accoltellato.

Poi, forse, lo hanno spinto in un dirupo. Ed è lì che ieri lo hanno trovato i carabinieri, dopo la segnalazione di un ciclista che ha notato il cadavere riverso sul terreno. Esile, alto all’incirca un metro e 75, tra i 20 e i venticinque anni, tuta di cotone nera e un grosso tatuaggio sulla pancia. Ferite da taglio sul collo e sul volto ed anche alle mani e agli avambracci. Pantaloni abbassati, nessun documento addosso né altro elemento che portasse alla sua identità. 

 

Le indagini-lampo

Erano questi gli unici indizi nelle mani degli investigatori che dal mattino di ieri erano stati impegnati per identificare il cadavere di un giovane trovato in un dirupo nelle campagne intorno a Manduria. Nel pomeriggio le prime risposte sono arrivate da Lecce dove il giorno prima era stata denunciata la scomparsa di un ventunenne rom che risiedeva a Lecce. Le caratteristiche fisiche corrispondevano, ma sino a ieri non c’era stata nessuna identificazione ufficiale da parte dei parenti.

Le conferme dai social

Nella tarda serata, poi, sono stati i social a dare le prime conferme sulla sua identità. «Non doveva finire così», scrive una donna dal cognome di etnia rom sul suo profilo Facebook. Insieme alla tenera dedica, «Ti ho visto bambino, ti ho visto ragazzino ti ho visto uomo e ora pure ti devo vedere da Angelo, non doveva finire così, ti voglio bene te ne vorrò sempre», le foto di un giovane dalle fattezze simili a quelle descritte per il cadavere senza nome. Man mano che passavano le ore, il sospetto è diventato quasi certezza anche se è mancata ancora l’ufficialità degli inquirenti che sul caso si sono mostrati come sempre abbottonati. L’unica cosa certa è che non si è trattato di una morte naturale né accidentale perché il corpo presentava diverse ferite da taglio e di percosse. I tagli alle mani e alle braccia, fanno poi pensare ad un atteggiamento di difesa dai fendenti inferti con violenza. Il luogo del ritrovamento rende più complesse le indagini: una scarpata della Bradanico-Salentina, strada da anni chiusa al traffico perché mai completata nella periferica contrada manduriana «Cittu Cittu». Un luogo frequentato da chi vuole isolarsi in macchina, raggiungibile solo attraversando dei varchi che negli anni sono stati aperti abusivamente, nel versante che s’incrocia con le provinciali che portano nei comuni di Oria, Erchie e Torre Santa Susanna, nel brindisino. Ma facilmente accessibile anche più a Nord da Sava e San Marzano, nel tarantino. Impossibile capire come un leccese che non frequenti la zona possa conoscere questi posti.

Le ipotesi

Da una prima ricostruzione del luogo dove è stato trovato il corpo, è possibile ipotizzare che il giovane sia arrivato lì in macchina attraverso uno dei varchi che danno accesso alla strada non percorribile e che il suo o i suoi assassini, raggiunto uno dei cavalcavia privi di guardrail, possano averlo lasciato a bordo strada, già morto o in fin di vita. Lì il corpo sarebbe poi rotolato nel dirupo fermandosi nel terrapieno contro una parete di cemento alla base del ponte. A segnalare la presenza del cadavere, intorno alle 9,30 del mattino, è stato un manduriano che a quanto pare percorreva in bicicletta una delle complanari percorse dai residenti delle numerose case di campagna presenti in quella zona periferica della città messapica. Il ciclista ha chiamato i carabinieri della compagnia di Manduria che in un primo momento si sono occupati delle indagini con i loro colleghi del nucleo scientifico del comando provinciale di Taranto. In seguito l’attività è passata agli agenti della squadra mobile di Taranto e del commissariato di polizia di Manduria con il coordinamento del pubblico ministero Remo Epifani della Procura della Repubblica di Taranto. Il magistrato ha dato incarico ad un medico legale della provincia di Brindisi che dopo l’esame necroscopico eseguito sul posto ha fatto trasportare la salma nella camera mortuaria dell’ospedale Perrino di Brindisi dove nelle prossime opere si occuperà dell’autopsia.
 

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