Mancano le materie prime: anche il colosso Cnh si ferma, 300 operai a casa

Mancano le materie prime: anche il colosso Cnh si ferma, 300 operai a casa
di Pierpaolo SPADA
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Mercoledì 6 Ottobre 2021, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:34

Carenza di materie prime e trasporti a singhiozzo cominciano a paralizzare anche il Salento. Dopo un esordio in sordina, da qualche giorno la crisi internazionale sta imponendo il blocco di produzione e consegne anche nelle realtà più strutturate come Cnh.
Nel polo più importante della zona industriale di Lecce un dipendente su due è a casa in ferie forzate. In tutto, 300 operai. E più di 400 macchinari da completare giacciono nel piazzale della fabbrica.

L'azienda


«Siamo andati avanti finché abbiamo potuto, ma quando in un'azienda come la nostra ti vengono a mancare assali e trasmissioni sei costretto a fermarti», spiegano dalla direzione aziendale dello stabilimento del polo di Lecce-Surbo, il più ampio del territorio per dimensioni, addetti e fatturato, fulcro del settore metalmeccanico e motore di export. La decisione è stata comunicata alle Rappresentanze sindacali aziendali (Rsa) durante l'incontro di qualche giorno fa al plant di Lecce. Lo dice il relativo verbale: l'attività sarà sospesa per i reparti produttivi e aree di supporto Wlm, Tlh, Cwl, Wll e Grader da lunedì 4 a mercoledì 13 ottobre e per i reparti produttivi e aree di supporto Tlb da lunedì 4 a venerdì 8 ottobre.
Dalle pale gommate ai sollevatori telescopici, passando per le motolivellatrici e le terne, dunque: si ferma tutto. Ma i primi stop hanno già avuto effetto per problematiche dovute a cause di forza maggiore, legate - si legge nel verbale - alla mancanza di forniture di assali e trasmissioni.
Per ora niente cassa integrazione nel gigante industriale di Lecce-Surbo.

La copertura retributiva delle giornate di sospensione dell'attività lavorativa sarà assicurata mediante l'utilizzo di ferie e permessi residui, maturati e non fruiti, recita lo stesso verbale.

L'ansia dell'indotto


È innegabile: la preoccupazione c'è. E alimenta anche l'attesa nelle aziende dell'indotto. Questo stop arriva nel momento migliore di Cnh Industrial che, nello stabilimento salentino, sta realizzando numeri mai visti prima d'ora. Si parla di circa 6mila macchine previste nel 2021. Un record che, in un sol colpo, già a novembre 2020 restituiva l'ottimismo corroso dal Covid. Tanto che nell'ultimo anno - confermano fonti sindacali - sono stati inseriti nel processo produttivo circa 250 lavoratori somministrati (alcuni dei quali a tempo indeterminato) che portano il numero totale degli addetti attivi a quota 850. Certo, la crisi che sta interessando il colosso delle macchine movimento terra a Lecce è di ampiezza globale, sta investendo pressoché tutti i settori e non è strettamente connessa all'andamento del mercato.
«La domanda, infatti - spiegano dall'azienda - continua a essere molto sostenuta, stiamo ricevendo tanti ordini». I committenti, insomma, rimangono dove sono. E anche le previsioni per l'immediato fanno sperare, visto che alla direzione aziendale locale gli uffici commerciali della multinazionale hanno fatto sapere che nell'arco di 10 giorni la consegna dei componenti dovrebbe riprendere regolarmente. Dieci giorni la cui scadenza corrisponderebbe, dunque, con quella del riposo forzato imposto agli operai salentini: «In questo arco di tempo crediamo di riuscire in qualche modo a ricevere il materiale che occorre per arrivare in tranquillità, quantomeno, alla fine dell'anno». Ecco l'obiettivo. «Ma, di questi tempi, meglio comunque restar prudenti», suggeriscono a sé stessi i responsabili del plant.

Il nodo Gran Bretagna


Alla carenza delle materie prime e al caro energia si sono sommati negli ultimi giorni i disordini del trasporto in Gran Bretagna che hanno provocato il blocco delle consegne di importanti quantitativi di merce attesi a Lecce. La crisi sta irrigidendo l'intera catena di approvvigionamento. Ragion per cui oltre 400 macchine quasi complete già da alcune settimane sono ancora ferme nel piazzale dello stabilimento in attesa di esser consegnate. In molti casi sono prive di uno pneumatico, in altre di uno specchietto.
Col tempo è venuto a mancare tutto, compresi cruscotti e cablaggi. Uno scenario, per certi versi, già previsto. «Più che della carenza di chip, ci preoccupa quella di tubi e pneumatici», confidò tre mesi fa al Financial Time il ceo di Cnh Industrial, Scott Wine.

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