«Maltrattava i bambini»: la maestra tornerà a scuola

Bambini maltrattati
Bambini maltrattati
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Mercoledì 24 Aprile 2019, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 08:02
Passa da un anno a sei mesi la misura dell'interdittiva dall'insegnamento per la maestra di sostegno di una scuola elementare di Nardò finita sott'inchiesta con l'accusa di avere maltrattato gli scolari di una prima elementare con schiaffi e tirate di capelli.

Potrà dunque tornare ad insegnare agli inizi del prossimo anno scolastico. Tanto perché i giudici del Tribunale del Riesame di Lecce (presidente Pia Verderosa, a latere Anna Paola Capano, relatore Antonio Gatto) hanno accolto l'appello presentato dagli avvocati difensori Massimo Muci ed Anna Maria Ciardo, basato su una ricostruzione diversa e meno grave dei fatti contestati nell'inchiesta del pubblico ministero della Procura, Maria Rosaria Micucci, e del carabinieri della stazione di Nardò. Avallati, poi, quei fatti, a marzo scorso dall'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Simona Panzera.

Per depositare le motivazioni ci sono 45 giorni. Quelle motivazioni che spiegheranno perché sia stata dimezzata la misura cautelare per le accuse di maltrattamenti di fanciulli, aggravato dalla continuazione e dal ruolo di educatrice, nonché di lesioni personali contestati a B.L.R., 50 anni, di Nardò.
La tesi della difesa ha ripercorso le fasi salienti dell'interrogatorio di convalida durante il quale la maestra ha ammesso di avere tirato i capelli ad un bambino solo una volta, ma ha respinto le accuse di averli seguiti sino in bagno per riprenderli. E che, insomma, instaurare un clima di paura fosse fra i bambini fosse stato il suo obiettivo e la sua strategia pedagogica.

L'inchiesta è invece arrivata ad altre conclusioni. Talmente preoccupanti da ritenere che fosse il caso di fare sospendere l'indagata dall'insegnamento. L'inchiesta che ha iniziato a prendere forma con la denuncia presentata da una mamma il 18 dicembre dell'anno, quando fece presente ai carabinieri di essersi allarmata nel vedere la figlia piangere senza motivo e di avere scoperto poi del timore provato per la maestra: l'aveva vista una volta tirare i capelli ad un compagno, in un altra occasione dare schiaffi. Dalla pediatra aveva saputo inoltre che la figlia le avesse anche del terrore provato per le urla di quell'insegnante ed anche per averla vista mettere due compagni in punizione dietro alla lavagna.

A quella denuncia ne seguirono altre due che hanno confermato agli inquirenti l'abitudine di afferrare i bambini per i capelli e di prenderli a botte. Negli atti è finita anche la minaccia vi attacco al lampadario, il caso di un bambino ricorso alle cure del pronto soccorso, quei bambini in lacrime al suono della campanella e nel momento del distacco dal genitore, come di quel piccolo studente che durante la notte avrebbe ripreso a farsi la pipì addosso. Per nulla tranquillo, quanto piuttosto impaurito dalla presenza della maestra di sostegno.

Otto in tutto i bambini maltrattati individuati dall'inchiesta. Casi tutti presunti, fino a sentenza definitiva. Ora siamo ancora nel corso delle indagini preliminari, sebbene le circostanze siano state già valutate attraverso due gradi di giudizio cautelare, vale a dire il giudice per le indagini preliminari ed il Tribunale del Riesame. La verità la dovranno comunque stabilire i tre gradi di giudizio.
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