Maglie-Santa Cesarea: verifica sulla sicurezza dei guardrail dopo la morte del maresciallo De Luca

Maglie-Santa Cesarea: verifica sulla sicurezza dei guardrail dopo la morte del maresciallo De Luca
di Donato NUZZACI
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Sabato 16 Luglio 2022, 15:04 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:02

«Proseguano le indagini per verificare le condizioni di sicurezza della provinciale 363 Maglie-Santa Cesarea Terme, nel territorio di Muro Leccese». A disporlo è il Gip (giudice delle indagini preliminari) del Tribunale di Lecce che ha rigettato la richiesta di archiviazione su una denuncia presentata dall’avvocato Giuseppe Pilon, rappresentato nella Camera di consiglio dell’11 luglio scorso dall’avvocato Oronzo Alessandro Caputo. Il procedimento nasce a margine del processo penale che ha visto la condanna in primo grado per omicidio colposo di tre dipendenti della Provincia di Lecce per la morte avvenuta il 15 luglio 2013 del maresciallo Fedele De Luca, originario di Ortelle, per un guardrail con doppio terminale “a manina” che si era conficcato all’interno dell’abitacolo dell’auto e che aveva colpito al capo il conducente. 


L’avvocato Pilon lamenta la mancanza di sicurezza su quel tronco stradale, in particolare su un tratto lungo circa 400 metri a nord e a sud del cavalcavia all’altezza di Muro Leccese, e che «la Provincia, pur essendo stata coinvolta in quel processo (e condannata al pagamento di una provvisionale in favore dei congiunti della vittima), non era intervenuta ad eliminare le insidie segnalate da un perito, l’ing.

Sergio Carati, incaricato dalla stessa Procura nel 2015».

Carati, nella sua relazione, oltre a definire come “relitti” alcuni guardrail presenti sul bordo strada del precedente incrocio a raso, poi eliminato, aveva evidenziato alcune criticità di quel tratto della strada provinciale 363, «come la mancanza di barriere a protezione del possente muro di sostegno in cemento armato di un cavalcavia ivi presente».


A seguito della denuncia dell’avvocato Pilon, la Procura aveva formulato una richiesta di archiviazione rigettata l’altro giorno dal Gip, che ha disposto ulteriori indagini, da svolgersi nel termine di tre mesi, per fare accertare «la sussistenza del presupposto (come segnalato dal perito Carati e denunciato dallo stesso Pilon) del pericolo alla sicurezza della circolazione stradale connesso alla mancata rimozione dei predetti ostacoli, verifica da compiere attraverso l’ascolto dell’ingegnere Carati, ovvero attraverso gli opportuni rilievi in loco e, comunque, mediante l’acquisizione di tutta la documentazione tecnica relativa alle opere di ammodernamento realizzate nel biennio 2000/2001».

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