Sei anni e quattro mesi di reclusione sono stati inflitti a Luigi Felice ed Antonio Conte, 37 anni entrambi, il primo di San Donato e l'altro di Lecce, con l'accusa di due tentate rapine ed una consumata nelle Marche. La sentenza è stata emessa ieri dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Macerata, Claudio Bonifazi, con la riduzione di un terzo della pena prevista dal rito abbreviato.
Evasione e rapine a raffica
I fatti si riferiscono a settembre dell'anno scorso quando i due salentini evasero dalla comunità Arcobaleno di Lecce per collezionare quattro rapine in provincia di Lecce - questa l'accusa - e altre tre (due solo tentate) nelle Marche. I due scapparono dalla comunità in cui si trovavano ai domiciliari per precedenti rapine e subito, in piazzale Rudiae, armati di coltelli, rapinarono un uomo costringendolo a consegnare cellulare, soldi e il Fiat Doblò a bordo del quale viaggiava.
Spesa nel supermercato e botte ai cassieri per non pagare. Arrestati
Nelle Marche
Poi hanno fecero perdere le tracce, per ricomparire a Montecorsaro, in provincia di Macerata. Il metodo sempre lo stesso: con un coltello in mano e il volto coperto da passamontagna bianchi realizzati in maniera artigianale, minacciarono un tabaccaio, intimandogli di consegnare l’incasso. Ma l’uomo reagì brandendo un bastone e i due se la diedero a gambe levate e a mani vuote. La telecamera riprese tutto e le immagini consentirono ai carabinieri della compagnia di Civitanova Marche (il comando provinciale è guidato dal colonnello Nicola Candido, ex comandante del Noe di Lecc e e della compagnia di Tricase) , agli ordini del capitano Massimo Amicucci, di mettersi sulle loro tracce. I militari estrapolarono dai filmati la targa parziale del Doblò e, confrontandosi con i colleghi del comando leccese, riuscirono a capire che si trattava del mezzo rapinato due giorni prima a Lecce.
Ancora non lo sapevano, ma i rapinatori avevano le ore contate quando, tentarono di rapinare un supermercato in un paese vicino. Anche in questo caso andò male: la cassiera riuscì a scappare e i numerosi clienti si scagliarono contro, costringendoli a fuggire a mani vuote.
I fermi
A questo punto, però, ai carabinieri era già chiaro chi fossero i due rapinatori: i militari avevano notato che i due si muovevano bene nelle stradine secondarie del territorio ed avevano ipotizzato che alla guida ci fosse una persona che conosceva la zona. Bastò un rapido controllo per avere la conferma: uno dei due sospettati in passato era stato ospite in una comunità del posto e aveva avuto modo di conoscere bene il territorio. A questo punto non restava che individuarli e fermarli. Ma i due fecero in tempo a tentare un altro colpo, questa volta portandolo a segno e fuggendo con un bottino di 450 euro: individuarono un tabaccaio nel comune di Montelupone e, con i volti coperti da mascherine e coltello in mano, si fecero consegnare l’incasso per fuggire poi verso Porto Recanati. È qui che i carabinieri li individuarono: videro il furgone ed attesero fino a che i due non si avvicinarono er salire a bordo. A questo punto i militari li bloccarono. Sottoposti a fermo e accompagnati in carcere. Nel Doblò, c’erano i coltelli, gli abiti e i due passamontagna bianchi utilizzati per commettere le rapine. Ieri la condanna di primo grado per i fatti contestati nel comprensorio di Macerata.