Ma nelle “capitali” balneari
resta il nodo dei depuratori

Ma nelle “capitali” balneari resta il nodo dei depuratori
di Vittorio CALOSSO
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Martedì 8 Maggio 2018, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 08:40
Sono 37 le piattaforme di depurazione in provincia di Lecce e in molti casi già avviati gli interventi di adeguamento e potenziamento. Ma la grana resta tutta e tocca da vicino “capitali” del turismo balneare come Gallipoli, Porto Cesareo e Nardò che attendono ancora il blocco dello sversamento sottocosta per puntare alla conquista della bandiera blu. Con l’allerta inquinamento che, nei periodi del tutto esaurito, torna a farsi sentire quando i reflui rischiano di finire in mare o di diffondere troppi cattivi odori con gli autospurgo al lavoro all’alba.
Regione e Aqp “spingono” al riuso dei reflui e restano, in provincia di Lecce, solo due Comuni sottoposti a procedura di infrazione con condanna definitiva: Porto Cesareo, appunto, e Taviano, per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane con lo sversamento in mare che, come si diceva, allontana ancora dal traguardo della bandiera blu molte anche le marine leccesi o, ad esempio, Ugento che è un’altra delle “capitali” del turismo balneare.
Certo è che molti depuratori delle zone costiere continuano ad andare in “sofferenza” per l’aumento spropositato delle presenze sul territorio soprattutto nei mesi estivi. Nel report estivo di Legambiente, dedicato al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque, i numeri testimoniano un cambio di passo in tutto il Salento oltre che nel resto della Puglia. Ora la Regione punta decisa sull’affinamento e sul riuso integrale delle acque depurate che non saranno più disperse, ma utilizzate a fini agricoli o civili, per l’irrigazione e anche per spegnere gli incendi.
 
Tra Nardò e Porto Cesareo l’operazione “Scarico zero” è partita con il progetto di fattibilità redatto da Aqp, monitorato dalla Regione e finalizzato all’eliminazione dello sversamento in mare (da utilizzare solo come misura di emergenza) a Torre Inserraglio, e al riuso, previo trattamento delle acque reflue degli impianti depurativi di Nardò e Porto Cesareo, in agricoltura e per altri fini.
Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia anche Gallipoli dove per bloccare lo scarico a mare sul litorale di Torre Sabea della piattaforma consortile di via Scalelle (a servizio anche di Alezio, Sannicola, Tuglie e delle marine) è in itinere un’analoga concertazione per il riuso totale delle acque affinate nei terreni agricoli e nelle reti irrigue dei consorzi di bonifica, per gli usi civili, l’utilizzo delle cave dismesse come bacini di accumulo. E con una soluzione mai tramontata che rimanda anche alla realizzazione di una condotta sottomarina. Gallipoli che, tra l’altro, nel tratto di Torre Sabea, deve per questo fare i conti con un divieto di balneazione di alcune centinaia di metri e con l’incubo dello sversamento in mare nei periodi del boom turistico.
Nel resto della provincia di Lecce, la Regione e Aqp hanno intensificato, già dallo scorso anno, gli interventi di adeguamento per frenare anomalie e funzionamenti inadeguati. Punta a far fruttare un finanziamento per il progetto di ampliamento della rete di distribuzione irrigua delle acque reflue affinate da destinarsi a uso civile soprattutto il Comune di Corsano, che vuole scrollarsi di dosso il problema, in parte risolto nel 2012, dello sversamento dei reflui del depuratore consortile, che serve anche Alessano e Tiggiano, allo sbocco del canale Torre Ricco e da lì verso le acque del mare attraverso il Canale del Rio. Nell’ultimo trimestre del 2017 inoltre sono stati potenziati, oltre alla piattaforma consortile di Gallipoli, anche il depuratore e la rete fognante di Ugento, la rete fognante di Torre Chianca e realizzata la rete idrica a Torre Suda (marina di Racale). Dalla fine del febbraio dello scorso anno stop anche allo scarico in falda del depuratore di Uggiano La Chiesa con la canalizzazione delle acque reflue dall’impianto di depurazione, a servizio dell’abitato anche di Giurdignano e Minervino, sino alla condotta sottomarina di Otranto realizzata nel 2104.
Oltre alla condotta di Uggiano, altro intervento importante per il recapito dei reflui ha riguardato la scorsa primavera i lavori di Aqp della nuova condotta per trasportare le acque reflue di Alliste e Felline al depuratore di Ugento. Nel solo 2016, invece tra marzo e ottobre, lavori di adeguamento e potenziamento hanno interessato i depuratori di Lecce, Gallipoli, Galatone e Tricase.
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