Lupo investito sulla statale: un altro esemplare presente nel Salento. Coldiretti: pascoli a rischio

Foto Ecofedercaccia ProvLecce
Foto Ecofedercaccia ProvLecce
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Lunedì 30 Maggio 2022, 15:14 - Ultimo aggiornamento: 20:02

Un altro lupo vittima della strada: l'animale è stato investito sulla statale Squinzano-Torchiarolo. Intanto Coldiretti lancia l'allarme: troppi lupi tra i pascoli in Puglia

Questa mattina alle 10 è arrivata la segnalzione alla  centrale di ecofedercaccia ProvLecce. Ad avvisare della presenza della carcassa dell'animale lungo la strada sono stati i titolari della Masseria Napoletano sulla Squinzano-Torchiarolo. 

Una volta arrivati sul posto i rappresentanti di Ecofedercaccia hanno confermato che si trattava di un lupo maschio adulto, probabilmente investito da un'auto.

Sul posto anche Asl, il comandante dei Vigili Urbani, Raffaele Paladini e Roberto Schipa di Totem Giornale.

L'allarme di Coldiretti

Aumenta la presenza dei lupi in Puglia e cresce l'allarme tra gli allevatori della regione per il loro bestiame. «Dopo la mattanza in pascoli e stalle, ora occorre salvare le pecore». È quanto denuncia Coldiretti Puglia, a seguito del ritrovamento di pecore ferite e morte soprattutto sulle Murge. «I numeri sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo e - sottolineano da Coldiretti - impegnano le istituzioni a definire un piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa dal lupo degli agricoltori e degli animali allevati».

«Nelle campagne ci sono più animali selvatici - denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - tra lupi, cinghiali e cani inselvatichiti che lavoratori agricoli e la situazione è drammatica in tutta la regione. Nel giro di dieci anni i lupi si sono moltiplicati, mettendo a rischio non solo gli animali nelle stalle e al pascolo, ma anche la vita stessa di agricoltori e pastori. In Puglia sono enormi le perdite registrate in campagna causate dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 14 milioni di euro».

Coldiretti Puglia ritiene fondamentali «misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l'allevamento è l'attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora 'Gentilè di Altamura o la 'Moscià leccese».

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