Lupiae, Salvemini non cede ma la frattura si allarga Il centrodestra: «A casa»

Lupiae, Salvemini non cede ma la frattura si allarga Il centrodestra: «A casa»
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Sabato 1 Settembre 2018, 11:50

La matassa da sbrogliare sembra essere più complicata di quanto previsto. Da un lato le preoccupazioni «che sono quelle di tutti», dall'altro «l'attenzione nei confronti dei lavoratori» e la necessità di salvare Comune e Lupiae. Gabriele Molendini, fedelissimo del sindaco Carlo Salvemini «apprezza l'attenzione con la quale il sindaco sta affrontando la questione», ma prima di individuare soluzioni o ipotesi «è necessario leggere i numeri». Si aspetta il piano di risanamento arrivato ieri sera sulla scrivania del sindaco: «Dobbiamo leggere il piano, capire se è condivisibile e poi alla luce di un piano completo valutare quali proposte possano consentire di mantenere in piedi l'una e l'altra situazione, perché la Lupiae senza il Comune in piedi non esiste e il Comune deve avere la forza per mantenerla. Il Comune ha oggi una situazione complicata: entro metà settembre dobbiamo rispondere ai rilievi della Corte dei Conti e non sarà semplice e approvare gli equilibri di Bilancio alla luce della perdita della Lupiae. Ma l'interesse primario è salvare le due situazioni: non dobbiamo mandare a casa nessuno», chiarisce Molendini. Dunque i consiglieri di Prima Lecce possono stare tranquilli? «Prima Lecce ha sottoscritto con noi un patto, credo che pressioni esterne li abbiamo portati a questa uscita pubblica. Io dico agli amici di Prima Lecce - conclude Molendini - che sono fiducioso perché noi stiamo cercando delle soluzioni».
A Palazzo Carafa intanto è «arrivato il piano degli advisor», spiega il vice sindaco Alessandro Delli Noci «che analizzeremo in serata e nella mattinata di oggi. Stiamo lavorando - ribadisce - per trovare possibili soluzioni e affrontare una situazione economica dell'amministrazione e della Lupiae, salvaguardando gli interessi di tutti gli attori in questione, dei cittadini in primis». Andare Oltre con il consigliere Massimo Fragola ribadisce: «Nessuna motivazione, neanche la necessità di un cambiamento radicale dell'intero assetto amministrativo (partecipate incluse) ed economico della città, potrà giustificare il sacrificio di tanti posti di lavoro. Solo il dialogo tra tutti gli amministratori, nessuno escluso, può portare ad elaborare una soluzione ottimale, che tuteli le parti interessate, salvaguardando gli assetti politico-amministrativi, senza scadere in ricatti puerili e radicalismi introspettivi».
Intanto a Palazzo Carafa l'atto d'accusa, condito da un ultimatum, al sindaco Salvemini da parte dei tre consiglieri di Prima Lecce, resta una minaccia. Almeno fino ad ora. «Giù le mani dai lavoratori della Lupiae o ci dimettiamo tutti», avevano sentenziato Antonio Finamore, Paola Gigante e Laura Calò. I numeri, da sempre ballerini a Palazzo Carafa, ora pendono dalla parte del centrodestra: ai 14 dell'opposizione ora si dovrebbero aggiungere i tre di Prima Lecce. Totale: 17. Ma i dubbi restano. «Siamo pronti ad andare dal notaio e presentare le nostre firme», afferma il capogruppo di Forza Italia, Paride Mazzotta a nome degli azzurri. La figura barbina rimedita dalla coalizione poco meno di un anno fa davanti al segretario comunale quando all'appuntamento per decretare lo scioglimento del Consiglio comunale si presentarono solo in 14, non è stata dimenticata. E nemmeno digerita. Aleggia invece come un fantasma per i corridoi e gli uffici di Palazzo Carafa. «Sfiduceremo il sindaco», tuona Mazzotta. Quasi una sentenza, ma che non fa Cassazione. Perché per mandare a casa Salvemini servono i numeri. Già, i numeri. Che in politica non sono un optional. Non a caso Angelo Tondo, capogruppo di Direzione Italia, appare più cauto. «Prima - avverte - occorre verificare se esista o meno una maggioranza: il dato politicamente significativo è questo». E la cartina al tornasole potrebbe essere la seduta del Consiglio comunale di metà settembre quando il caso Lupiae piomberà in Aula. «I livelli occupazionali debbono essere garantiti afferma Tondo - Per governare occorre senso di responsabilità e capacità di affrontare i problemi». È su questi due aspetti secondo il capogruppo di Lecce Città del Mondo, Bernardo Monticelli Cuggiò che si registra il fallimento del governo cittadino. «Dimissioni? Sono pronto, ma non perché oggi i tre consiglieri di Prima Lecce stanno con noi e magari domani torneranno con Salvemini. Ma solo perché sono da bocciare il governo e l'idea stessa di città partorita da questa amministrazione». Sulla necessità di trovare una soluzione definitiva per i lavoratori della Lupiae si sofferma invece il capogruppo di Fratelli d'Italia Michele Giordano: «Senza un piano d'impresa lungimirante, che garantisca anche i lavoratori, la Lupiae non uscirà mai dal pantano. Il problema è passare dai palliativi a una soluzione definitiva. Il socio è in grado di costruire un progetto sostenibile per le casse comunali e per tante famiglie? I dipendenti sono sottoposti a un logoramento psicologico che dura da anni». «Quanto sta accadendo sul caso Lupiae - afferma il capogruppo di  Grande Lecce, Alberto Russi - dimostra che il centrodestra non ha mai strumentalizzato la vicenda Lupiae, tanto lo si può comprendere dal fatto che anche nell'amministrazione Salvemini ci sono consiglieri comunali a lui vicino che ritengono sbagliato il suo approccio semplicistico che lo porta a volerne la chiusura».
A.Gre.
 

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