Fu una passeggiata all'aperto. In una zona poco frequentata. Distanziati l'uno dall'altro. Dunque, attività motorie, ludiche e ricreative come previsto dal decreto legge del 25 marzo 2020. Con queste motivazioni è stata annullata l'ingiunzione di pagamento di 800 euro inviata dalla prefettura di Lecce ad una ragazza fermata e multata il pomeriggio dell'8 aprile dell'anno scorso davanti alla Grotta della poesia di Roca mentre faceva attività sportiva. Nei giorni del lockdown più duro una pattuglia dei carabinieri le aveva contestato di essersi allontanata troppo da casa quando fece presente - interpellata sul punto - di abitare ad un chilometro e mezzo. Stessa sanzione anche ad un ragazzo che l'accompagnava ma che nel frattempo non ha ricevuto l'ingiunzione di pagamento.
LA CAUSA
A questo sollecito la ragazza si è opposta presentando ricorso al giudice di pace di Lecce con l'avvocato Giuseppe Calogiuri: «Nulla ed improduttiva di effetti giuridici l'ordinanza di ingiunzione impugnata», ha stabilito la sentenza dell'avvocatessa Anna Loretana Specchia.
Nelle cinque pagine di provvedimento il giudice di pace ha sostenuto come i diversi Dpcm (decreti del presidente del consiglio dei ministri) avessero ingenerato confusione fra i cittadini sulle limitazioni negli spostamenti attinenti alle attività da svolgere. E per questo le forze dell'ordine avrebbero dovuto avere un atteggiamento più indulgente.
«Orbene, pur dando atto della scarsa chiarezza dei vari divieti conseguenti ad una serie di norme e atti amministrativi che si sono succeduti nel primo periodo dell'emergenza sanitaria, dei quali ne avevano preso atto tutti i cittadini e che a maggior ragione doveva imporre una ragionevole cautela da parte delle autorità cui era demandato l'accertamento delle violazioni».
LA DECISIONE DEL GIUDICE DI PACE
Secondo il giudice di pace non fu individuata correttamente la norma violata poiché fu citato il Dpcm dell' 8 marzo del 2020.