Lo strazio del figlio «Ho visto le scarpe sotto il lenzuolo»

Lo strazio del figlio «Ho visto le scarpe sotto il lenzuolo»
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Mercoledì 27 Novembre 2019, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 16:21
Era passato attorno alle 7.30, per fare un saluto al padre che lavorava su via Almirante, prima di andare al lavoro anche lui. Lo aveva trovato sul ciglio della strada che fumava una sigaretta. È questa l'ultima immagine che Antonio Filieri, operaio anche lui per una ditta di Galatone, avrà del padre Pasquale. Quando, mezz'ora più tardi, lo hanno avvisato che qualcosa di terribile era successo al padre e ai suoi operai, non ci poteva proprio credere. Ha lasciato il lavoro ed è corso lì, sicuro che si trattasse di un errore: poi ha visto a terra un lenzuolo. Da sotto s'intravedevano le scarpe di Pasquale e le ha riconosciute, le aveva comprate in Germania. Così, Antonio ha avuto la certezza che il padre non c'era più.

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Un uomo buono, Pasquale. Un gran lavoratore: orgoglioso titolare della Eco.Man Salento, cooperativa multiservizi con sede su via Torrente che si occupa di manutenzioni del verde, ristrutturazioni, impianti e carpenteria. Era impegnato anche nel sociale come vicepresidente della Protezione civile Car ed era titolare anche del bar Jolly, situato proprio accanto alla sede della sua ditta, che da poco aveva affidato in gestione. Quando non era al lavoro con i suoi operai, lo trovavi nella sede dell'azienda, oppure a casa circondato da figli e nipoti. Alle ultime amministrative, si era candidato anche consigliere comunale, ma poi non era stato eletto. Attivissimo anche sui social: sia sul profilo personale, dove compare seduto alla scrivania, che su quello della ditta, su cui postava le immagini dei lavori e dei suoi ragazzi intenti a potare o sfalciare, imbiancare o costruire muri. E proprio su Facebook in tanti lo ricordano con dolore e affetto: la pagina della Protezione civile Car Sannicola-Galatone da ieri è listata a lutto e tutti gli amici che con Pasquale hanno condiviso tante avventure, hanno scritto a Filieri e agli altri concittadini deceduti una commovente lettera d'addio. «Caro Pasquale, nessuno di noi avrebbe mai immaginato che questo giorno sarebbe arrivato così all'improvviso e che saremmo stati qui a ricordare insieme la bella persona che sei, il tuo coraggio e la tua determinazione, il tuo entusiasmo e la tua forza, la tua grinta e la tua allegria, infine - ma non per importanza - la tua generosità e il tuo altruismo. Nessuno avrebbe mai pensato insomma che saresti diventato un angelo prima di tutti noi e senza avvisarci». Tante le qualità che gli amici di sempre riconoscono a Pasquale, primo tra tutti il sorriso. «Tutti ricordiamo quanto fosse bello il tuo sorriso e quanto rassicuranti fossero le tue parole; tutti ti abbiamo conosciuto come un grande amico, un persona senza malizia e con tanta voglia di fare e di lavorare; tutti insomma sappiamo chi eri. Un po' siamo gelosi: chissà dove sarai adesso e chissà chi potrà gioire assieme a te, guardarti negli occhi e farsi una fragorosa risata. Siamo gelosi perché noi potremo guardarti solo in foto, non potremo più abbracciarti e tutto quello che resta di te è racchiuso nei nostri ricordi».

Ma i colleghi della Protezione civile non si lasciano prendere dallo sconforto. «I ricordi - proseguono - sono l'arma più potente di tutte: nessuno è in grado di cancellarli e quelli più forti sopravvivono persino al tempo che fugge senza pensare alle vittime che miete. I ricordi sono il ponte tra questa vita e l'eternità che ci aspetta tutti. Questi ricordi sono il nostro bene più prezioso e anche se un giorno ci verrà voglia di abbracciarti e non potremo farlo ci tufferemo proprio in un ricordo, lo rivivremo assieme e allora sarà compiuto un piccolo grande miracolo.
Caro nostro Vicepresidente qui mancherai a tutti, ai più grandi e ai più piccoli, agli amici di sempre e a quelli conosciuti da poco. Mancherà soprattutto la tua sincerità, il tuo modo di vedere la vita e di affrontare il mondo, la tua serietà che diventava simpatia all'occorrenza. Ci mancherai in tutti i modi in cui una persona può mancare e immagino che anche per te sarà lo stesso. Questo improvviso saluto è stato solo un arrivederci. Un abbraccio e bacio al Cielo. A-Dio, Pasquale, Luigi e Toni». La lunga lettera si chiude con un «pensiero ed una preghiera per Alessandro e la Città di Aradeo».
V.Bla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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