Comune, lite con i donatori: «Via dai locali»

Comune, lite con i donatori: «Via dai locali»
di Salvatore Sergio COSTA
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Lunedì 18 Novembre 2019, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 07:31

Si infiamma la polemica che ruota attorno alla sede amministrativa dell'associazione donatori di sangue Asdovos di Lecce le cui chiavi dovranno essere riconsegnate dai responsabili della struttura (ottenuta due anni addietro in comodato gratuito) all'amministrazione comunale di Palazzo Carafa entro il prossimo 29 novembre. Alla risposta indirizzata dal proprio profilo social dall'assessore alle Politiche sociali Rita Miglietta al segretario dell'Asdovos Giuseppe Leuzzi in merito al presunto rischio-collasso nelle donazioni di sangue che non avvengono nei locali di via Kolbe, ma presso il Centro emotrasfusionale del Fazzi, segue anche e sempre sul web la dura replica del sindaco Carlo Salvemini che senza mezzi termini ribadisce ai responsabili dell'associazione di liberare la sede, visto anche che il ricorso presentato al Tar a dicembre dello scorso anno da Asdovos non ha dato esiti positivi per l'associazione.

Cade nel vuoto così l'appello ad un contraddittorio lanciato dal segretario Giuseppe Leuzzi all'indirizzo dell'amministrazione comunale per tentare di arrivare ad una soluzione della vicenda. E ribadirlo è proprio lo stesso Salvemini: «Ci avete trascinato in un giudizio innanzi al Tar che avete perso. Non c'è tempo e spazio e utilità per un contraddittorio pubblico per chi esprime così poco rispetto per le istituzioni e chi le rappresenta incalza il primo cittadino - le sue scuse sono non solo tardive ma evidentemente non credibili. Il modo più semplice di dimostrare che ha compreso è liberare l'immobile».

Parla di accuse e di offese, Salvemini, e rivolgendosi al segretario di Asdovos rincara la dose: «Lei ha più volte offeso l'amministrazione comunale indirizzando giudizi personali nei confronti di Rita Miglietta Alessandro Delli Noci e del sottoscritto. Anche negli ultimi giorni ha inteso riproporre all'attenzione il tema dello spostamento della sede Asdovos additandoci come irresponsabili, incapaci, arroganti; definendoci bubboni da estirpare; abbiamo in più occasioni evidenziato - prosegue Salvemini - le necessità dell'amministrazione comunale di riprendere possesso dell'immobile per finalità istituzionali. Ci avete pubblicamente deriso, insolentito, con argomentazioni false e ricostruzioni di fantasia».

Una presa di posizione, quella del primo cittadino, che segue quella dell'assessore alle Politiche sociali Silvia Miglietta, che in lungo post commenta e ribatte quanto dichiarato poche ore prima dal segretario di Asdovos Giuseppe Leuzzi: «Leggiamo con sconcerto che nell'ambito servito dalla nostra Asl la raccolta volontaria di sangue sarebbe a rischio a causa del Comune di Lecce. Tutto perché il presidente di una delle molte associazioni di donatori non gradisce la sistemazione offertagli gratuitamente dal Comune per svolgere attività di segreteria (attenzione: attività di segreteria, non prelievi), che infatti definisce in maniera sprezzante un garage». La vicenda dello spostamento delle sede Asdovos in una nuova struttura comunale rientra nell'ambito della riorganizzazione già programmata dall'amministrazione, come spiega lo stesso assessore. «Tutte le associazioni coinvolte hanno collaborato con il Comune, comprendendo le esigenze di riorganizzazione degli uffici e degli sportelli nell'ottica di un superiore interesse pubblico. Tutte, tranne una, che ha citato il Comune in giudizio, perdendo il primo grado (giudizio che l'interessato si guarda bene dal citare), e ora si appresta ad affrontare l'appello».

La risposta del segretario di Asdovos Leuzzi, arriva sul profilo social dell'assessore Rita Miglietta, da dove era partito l'appello di un faccia a faccia poi bocciato dal sindaco: «Non resteremo, ce lo vieta la nostra dignità. Tutto è nato male dal principio scrive rivolgendosi al primo cittadino - se lei e i suoi collaboratori avessero usato la coscienza invece del solo cervello, forse sarebbe andata diversamente».

Ma lascia aperto ancora uno spiraglio: «Comunque l'invito è sempre valido, poi scelga lei».

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