«Lista senza la parola sindaco e lascio il tavolo ancora aperto»

«Lista senza la parola sindaco e lascio il tavolo ancora aperto»
di di Francesca SOZZO
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Domenica 17 Marzo 2019, 21:07 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 09:01
Un simbolo ma senza la parola sindaco. Perché la partita è ancora aperta. Adriana Poli Bortone questo pomeriggio ha presentato in piazza Sant'Oronzo «sotto il Comune», il simbolo della sua lista per la riconquista di Palazzo Carafa. Non senza passare da un confronto con chi vincerà stasera le Primarie del centrodestra e dei due sfidanti. Nessuna fuga in avanti dunque, la senatrice resta ferma sulla sua posizione: no alle Primarie ma punta all'unità del centrodestra «che unito può vincere a prima botta» ha detto.
L'ipotesi: commissionare un sondaggio ad una società nazionale che decreti il candidato più gradito. «Naturalmente non voglio anticipare nulla - dichiara Poli sulla questione simbolo - ma solo sottolineare che dal simbolo ho fatto togliere la parola sindaco per ribadire ancora una volta che chiunque sia il vincente delle primarie sono aperta a confrontarmi con lui e gli altri due perdenti per individuare il percorso giusto per conseguire l'unità del centrodestra e dunque vincere in prima battuta. Per me - dice - la strada è quella di commissionare un sondaggio ad una società di rilievo nazionale per conoscere chi fra me ed il vincitore delle primarie sarebbe più gradito ai cittadini. Un metodo obiettivo che non offende né sminuisce la dignità di nessuno, ma fa ricomporre un'area composta da chi, come me non crede a primarie non regolamentate da legge e chi ci crede». «Io credo sia giusto far partecipare la gente - ha dichiarato la senatrice - Non voglio entrare in conflitto con nessuno, però voglio tentare di dare ai tanti cittadini che per un motivo o per l'altro non sono andati a votare negli anni precedenti di poter andare a votare a questa competizione elettorale. Quindi il civismo, che è un work in progress con liste che si accumulano una dietro l'altra, deve trovare un suo spazio che evidentemente non ha trovato in partiti tradizionali. Questo non significa che i partiti non servono, anzi, servono eccome».

Lo slogan della sua corsa recita così: “Torna la voglia di futuro“. Un futuro al quale la lady di ferro sente di poter dare un apporto fondamentale. “Non reputo di essere migliore degli altri – ha detto – ma ho di certo più esperienza e più saggezza. Il Centrodestra, in questi ultimi anni, non è stato in grado di creare una vera classe dirigente. Sento il dovere di spendermi per questo obiettivo. Alla sinistra dico invece che la partecipazione tanto sbandierata non consiste nel portare le persone in piazza e dar loro la sensazione di prendere parte ad un progetto. La chiave vincente è tutt’altra e si chiama cogestione“.

Intanto ieri mattina la senatrice insieme alla lista Giovane Lecce ha presentato alcuni progetti che potrebbero trovare concretezza in tema di sport e sicurezza. A presentare i progetti Giovanni Gallo, presidente e fondatore del questo movimento e Daniele Morello, vicepresidente di Giovane Lecce. Dal Progetto Sicurezza «che crediamo sia prioritario per questa città, che parte da un rafforzamento della videosorveglianza con l'inserimento di impianti di ultima generazione e con l'estensione anche alla città di Lecce del programma Strade Sicure già esistente» allo Sport e gli eventi ricreativi con particolare riferimento alla «riqualificazione e ristrutturazione degli impianti sportivi esistenti, estensione delle piste ciclabili in aree assenti, alla nascita delle Olimpiadi di Bambini e altro ancora. E se i soldi per la video sorveglianza si possono trovare «nei Pon sicurezza, fondi ai quali si può accedere con progetti se fatti bene e concreti» ha annunciato Poli, le liste che sosterranno la senatrice si presenteranno man mano nei prossimi giorni. Ieri però è stata anche l'occasione di presentare alla città Shabnaz Callachand, giovane candidata nelle liste della senatrice che ha ricordato: «Nel 2000 istituì il 41esimo consigliere che doveva venire dalla comunità degli immigrati che vivono nella nostra città i quali, secondo me - ha detto - avevano gli stessi doveri e gli stessi diritti e a mio avviso dovevano partecipare alla vita amministrativa della città». Il 41esimo consigliere doveva essere dunque rappresentanza di quella comunità di immigrati che vivono a Lecce e che possono dialogare a partecipare attivamente alla vita amministrativa. «Io di destra ho fatto un'operazione del genere di integrazione reale che non significa voler affossare l'identità dell'altro, ma significa rispettarla e mettersi al confronto della cultura di chi viene nella nostra città per rispettare noi la loro. Ho scoperto - ha concluso Poli che il sindaco di sinistra Salvemini non ha fatto neanche il bando per far eleggere il consigliere della comunità degli immigrati».
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