«Ripascimento irregolare»: scatta il sequestro nel lido. Le immagini choc

«Ripascimento irregolare»: scatta il sequestro nel lido. Le immagini choc
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 2 Luglio 2020, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 07:51
Bloccati i lavori di rispascimento dell'arenile dello stabilimento balneare Fuorirotta Long Beach di Otranto. La polizia provinciale ha sequestrato tutta l'area dove operai ed un escavatore stavano sistemando la sabbia aspirata sul fondale al largo e portata sulla battigia attraverso una condotta. Lavori autorizzati dalla Provincia, ma - è questa la contestazione - eseguiti in difformità al provvedimento unico: la sabbia andava collocata nelle zone erose per farla poi espandere con il tempo. Senza l'intervento massiccio dell'uomo.



L'intervento è stato di ieri mattina, dopo una segnalazione che ha indicato la presenza in spiaggia del mezzo cingolato e lavori che sembravano troppo invasivi per essere autorizzati. Il sopralluogo ha forniti i riscontri e per questo al titolare F.N., 49 anni, di Cutrofiano, è stata contestata l'ipotesi di reato di deturpamento di bellezze naturali. Va da se' che l'imprenditore cercherà di riavere la gestione dell'arenile per le vie più brevi, visto il periodo della stagione e le difficoltà sofferte dalla categoria con la pandemia ma anche con il problema ormai atavico dell'erosione.

A Fuorirotta ci avevano pensato per tempo a limitare il progressivo impoverimento delle zone sabbiose lungo il litorale adriatico. Ed anche nello stabilimento accanto, l'Atlantis: attraverso le istanze presentate al Comune di Otranto sono stati autorizzati dalla Provincia a prelevare la sabbia dal fondo del mare per ricostruire l'arenile. Sono gli unici stabilimenti nell'elenco dell'ente provinciale, a Salve il consiglio comunale ha approvato la stessa proposta presentata da un privato ma senza, per il momento, dare seguito alla procedura.



A Fuorirotta è sorto il problema delle modalità esecutive: è stata creata una zona fra sabbia raccolta in questi giorni di mare calmo e collocata sulla battigia e la parte retrostante. Una sorta di nuovo disegno dell'arenile, grazie alla sabbia portata dal mare. Con l'impiego anche di un escavatore. Opere non previste dalla Provincia.
Al di là del caso specifico, gli ambientalisti stanno ponendo un problema più generale e di ordine procedurale: alla luce del fenomeno così esteso dell'erosione e, dunque, delle tante richieste di ripascimento che potrebbero arrivare alla Provincia, non sarebbe il caso di valutare i progetti in una conferenza di servizi che mettesse in conto anche l'eventuale danno all'ambiente marino? Gli interessi sono molteplici e contrastanti. Se ne riparlerà.
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