Lido Mora Mora, dopo il sequestro per abusi edilizi arriva l'assoluzione

Il lido Mora Mora di San Foca
Il lido Mora Mora di San Foca
2 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Aprile 2021, 16:48 - Ultimo aggiornamento: 17:04

Nessun abuso edilizio e tantomeno ha trovato riscontro nel processo con dibattimento in aula l'accusa che lo stabilimento balneare Mora Mora di San Foca (marina di Melendugno)  fosse stato realizzato con abusi edilizi e che avesse occupato abusivamente il litorale non essendo stato smontato al termine della stagione estiva. 

Il presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Pietro Baffa, ha assolto l'amministratore Emanuele Piconese, 51 anni, a fronte di una richiesta di condanna ad un anno di arresto e ad una multa di 20mila euro.

Il processo

Fatto non sussiste, ha detto il dispositivo della sentenza in piena adesione agli orientamenti dei due pronunciamenti  del Tar su questa vicenda. Come hanno sostenuto gli avvocati difensori Massimo Bellini ed Erlene Galasso nelle arringhe difensive concluse con le richieste di assoluzione, l’imputato si era prodigato ogni anno a chiedere il mantenimento delle strutture ma il silenzio dell’amministrazione comunale non aveva consentito alcun rinnovo. E questo comportamento era stato aspramente censurato prima in via cautelare e poi nel merito dal giudice amministrativo.

Inoltrte la difesa ha fatto riferimento alla sua consulenza che ha sostenuto che le difformità non fossero superiori al 2 per cento e quindi entro i limiti stabiliti dalla legge.

I fatti

Il lido fu sequestrato a maggio del 2016 ed ebbe la facoltà d'uso per quella stagione  e per il 2017 e per le stagioni successive. La sentenza di ieri ha rimosso definitivamente il sequestro.  Una struttua di centotrenta metri quadrati ricadente sul demanio marittimo, il Mora Mora (che una volta si chiamava La Caciulara). Secondo gli inquirenti, il manufatto era stato «realizzato in assenza di titoli edilizi e dei previsti pareri relativi ai vincoli paesaggistici ed idrogeologici, nonché in difformità rispetto a quanto autorizzato dalla pertinente concessione demaniale». Le indagini erano state avviate a gennaio e si sono avvalse della consultazione di mappe demaniali, aerofotogrammetrie e banche dati a disposizione della Capitaneria di porto. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA