La rabbia di Prete: «Lidi lasciati senza certezze, si rischia il fallimento»

La rabbia di Prete: «Lidi lasciati senza certezze, si rischia il fallimento»
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Domenica 3 Maggio 2020, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 17:22
«Lasciati soli senza certezze alle porte dell'estate. Con i clienti che chiamano per prenotare gli ombrelloni e noi che non sappiamo cosa dire. Caro presidente Conte, serve chiarezza o i lidi rischiano il fallimento». Un po' sfogo, un po' appello: è la lettera aperta che  Alfredo Prete, presidente del Sib Lecce e titolare dello storico stabilimento York di San Cataldo,  indirizza al premier Giuseppe Conte alla vigilia della fase 2 in cui il mondo imprenditoriale - e dunque anche i balneari - è chiamato alla ripartenza.

«Sono un imprenditore balneare e nella mia azienda lavorano durante la stagione balneare 14 dipendenti - scrive Prete su Facebook - ad oggi mi è consentito svolgere solo l'attività di manutenzione e non so ne come ne quando potrò aprire
Nel frattempo vecchi e nuovi clienti mi telefonano per avere notizie, per confermare la cabina o l ombrellone ed in caso pagare il dovuto, purtroppo la mia risposta è sempre uguale: ”Mi dispiace al momento non ci sono informazioni utili al riguardo”. Per corretttezza professionale naturalmente evito di prendere acconti o saldi». 

Prete si rivolge a Conte e vuole certezze per il settore: «Le chiedo  visto che ha assunto non so quanti consulenti almeno di dirmi come devo allestire la mia spiaggia, ad oggi ho sentito le più svariate e fantasiose ipotesi frutto di iniziative personali che difficilmente troveranno applicazione. Per garantire la sicurezza dei miei clienti ho bisogno del tempo necessario e molto probabilmente dovrò fare nuovi investimenti o Lei pensa che un azienda dopo un attimo che ha aperto il suo cancello sia bella e pronta ad accogliere i suoi ospiti? A proposito di investimenti, mi sarei aspettato per far ripartire l economia del paese un iniezione di liquidità a fondo perduto, una diminuzione della pressione fiscale, invece ci chiede di indebitarci ancora di più come se non bastassero i mutui e finanziamenti che già incidono sui nostri conti correnti. All'interno della mia azienda ho un bar ristorante, per questo tipo di attività c’è una data  - il 1 giugno - ma ancora non si comprende come si potrà riaprire e la data di avvio si avvicina sempre più. Insomma regna il caos e la confusione più totale tale da non giustificare il lavoro fin qui svolto dalla sua task force pagata con soldi pubblici». 

Sotto i riflettori c'è anche altro ed è notizia di questi giorni. «Caro Presidente - aggiunge Prete - mi sembra che la situazione le sia sfuggita di mano, le Regioni legiferano attraverso ordinanze molto spesso contraddittorie rispetto a ciò che viene emanato dal suo governo, assistiamo quotidianamente a litigi continui tra i vari poteri istituzionali dello Stato, Regioni contro Regioni, nord contro sud, ora addirittura Comune contro Comune. È tutto questo cosa sta producendo? Un impoverimento del paese, il rischio che alla fine di tutte queste fasi le aziende siano fallite". Non ci sta l'imprenditore leccese e, alla fine, le critiche diventano durissime: "Allora, caro Presidente, o riprende in mano la situazione o deve rassegnare le dimissioni. Non si può vivere nell incertezza più assoluta, un Governo forte e fermo nelle sue decisioni darebbe almeno qualche indicazione a noi cittadini, un governo debole che va avanti a spot porterà alla distruzione il nostro bel Paese».
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