Lo rimandano a casa due volte, muore a 19 anni

Lo rimandano a casa due volte, muore a 19 anni
di Matteo CAIONE
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 18:52

Muore a 19 anni dopo emicranie lancinanti e due interventi chirurgici nel giro di poche ore. La magistratura ha aperto un'inchiesta per fare luce sulle cause che hanno stroncato la vita di Andrea Lorenzo Lezzi, un ragazzo di Lequile deceduto lo scorso 2 gennaio nell'ospedale Antonio Perrino di Brindisi. E che nei giorni precedenti alla tragedia era stato rimandato a casa per due volte.
Si procede per omicidio colposo e nel registro degli indagati ci sono i nomi di due neurochirurghi del nosocomio che hanno avuto in cura il giovane morto a soli 19 anni. L'indagine a carico dei medici è un atto dovuto per poter avviare gli accertamenti. E il primo passo è l'autopsia disposta dalla Procura di Brindisi. L'esame sulla salma si svolgerà oggi: il pm Francesco Carluccio, titolare del fascicolo, ha conferito il mandato al medico legale Biagio Solarino e al neurochirurgo Carlo Del Vecchio, entrambi del Policlinico di Bari. All'autopsia parteciperà anche il medico legale incaricato dalla famiglia, Andrea Molino. L'inchiesta della Procura brindisina è stata messa in moto dall'esposto presentato dai genitori del 19enne, assistiti dai legali dello Studio3A-Valore di Venezia. Al ragazzo, a causa di un'emorragia cerebrale subita da piccolo, era stata applicata allora una derivazione ventricolo-peritoneale: era sotto controllo e seguiva una terapia farmacologica, ma conduceva una vita assolutamente normale. Tant'è che praticava sport anche a livello agonistico, in particolare nella disciplina del sollevamento pesi. Pochi giorni prima della tragedia, il giovane è stato assalito da violenti mal di testa e tremori. I familiari, temendo che si trattasse di qualcosa riconducibile ai problemi di salute avuti da bambino, lo hanno accompagnato al Pronto soccorso del Perrino di Brindisi, dove è in servizio il neurochirurgo che all'epoca lo aveva operato al Bambin Gesù di Roma. Il 19enne si è recato in ospedale per due volte negli ultimi giorni dell'anno, prima il 27 e poi il 31 dicembre. E in entrambi i casi è stato poi rimandato a casa. La Tac, infatti, non avrebbe evidenziato danni o patologie in corso e l'unica prescrizione dei medici è stata quella di aumentare il dosaggio del farmaco che già assumeva. Il 31 dicembre, rientrato dall'ospedale, i dolori sono diventati però sempre più forti. E la stessa sera dell'ultimo dell'anno, il ragazzo e i genitori sono quindi tornati al Perrino per la terza volta. Dopo l'attesa al Pronto soccorso, alle 5 del mattino di Capodanno il 19enne è stato ricoverato. Ulteriori accertamenti avevano infatti messo in luce un quadro clinico con seri problemi. E nel corso della giornata il neurochirurgo ha informato la famiglia dell'urgenza di sottoporre il ragazzo ad un intervento all'addome per verificare lo stato della derivazione e anche dell'eventualità di un'altra operazione con lo stesso scopo a livello cranico. Uscito dalla sala operatoria, il 19enne è stato però nuovamente colpito da tremori ed emicranie lancinanti. È svenuto ed è entrato in coma. E dopo un'altra operazione per verificare la funzionalità del catetere per il reflusso encefalo addominale, è stato dichiarato cerebralmente morto. Nelle ore successive si è arreso anche il suo cuore. Sconvolti dalla perdita del figlio, i genitori hanno presentato tramite i legali un esposto ai carabinieri: nella denuncia hanno elencato i drammatici fatti chiedendo all'autorità giudiziaria di fare piena luce.
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