Il delitto di Lequile, fermato il complice/ È un 28enne italiano, risponde di omicidio in concorso

Una scena dell'omicidio di venerdì sera a Lequile
Una scena dell'omicidio di venerdì sera a Lequile
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Domenica 18 Luglio 2021, 17:17 - Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 09:12

Omicidio del bancomat, preso il secondo rapinatore: nella nottata i carabinieri hanno sottoposto a fermo Andrea Capone, 28enne di Tricase residente a Lequile. A incastrare il giovane la felpa scura a maniche lunghe ritrovata nel pozzo dai vigili del fuoco, che il rapinatore non armato indossava sia la notte della rapina (come testimoniano le telecamere) sia in altre occasioni, immortalate anche sui social network. Insieme a Paulin Macaj, che ha espoloso i colpi mortali contro la vittima, anche il complice è accusato di omicidio aggravato in concorso, porto abusivo di arma alterata e ricettazione e si trova ora nel carcere di Lecce.

Le ricerche incessanti

Fermato dunque anche il secondo rapinatore, complice dell'uomo fermato e condotto in carcere nelle scorse ore con l'accusa di avere ucciso e rapinato venerdì sera Giovanni Caramuscio, 64 anni, di Monteroni, mentre stava prelevando denaro dallo sportello bancomat della banca di via San PIetro in Lama, a Lequile alle porte di Lecce.

L'inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Alberto Santacatterina, dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo e della Compagnia di Lecce ha ricostruito gli istanti di quella notte: entrambi i rapinatori indossavano una mascherina chirurgica. Ed insieme sono fuggiti sul retro della banca quando, erano circa le 23, Caramuscio è crollato al suolo centrato al torace da due colpi di pistola calibro 9. 

I testimoni

Gli inquirenti hanno ascoltato testimoni e setacciato le immagini degli impianti di videosorveglianza.

Gli uni e gli altri si sono rivelati preziosi per consentire al magistrato di emettere un decreto di fermo che contesta a Mecaj le accuse di omicidio volontario, in concorso con il complice, con l'aggravante dello scopo di rapina, di porto in luogo pubblico di una pistola con la matricola cancellata ed impiegata per commettere il delitto. Mecaj è stato visto gettare un sacchetto bianco in un pozzo: c'erano gli abiti usati poco prima per rapinare ed ammazzare Caramuscio. A casa i carabinieri hanno trovato una pistola calibro 9 nascosta in una pianta, nonché gli abiti che nel frattempo aveva indossato con l'obiettivo - questa l'accusa - di eludere impianti di videosorveglianza e testimonianze.

Il cerchio stanotte si è poi chiuso nei confronti di Capone. 

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