Obbligo vaccini, file e caos: 2.600 bimbi a rischio iscrizione per la scuola

Obbligo vaccini, file e caos: 2.600 bimbi a rischio iscrizione per la scuola
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Venerdì 26 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 18:27
È bastata la pubblicazione di un decreto legge che prevede l’obbligo di vaccinazione per l’accesso a scuola dei bambini per fare scattare la corsa alla vaccinazione “ora e subito”, con conseguente corto circuito negli uffici vaccinazione della Asl di Lecce. La notizia che dal prossimo anno non ci sarà spazio per decisioni personali in materia di vaccinazione ha creato qualche ansia nei genitori, ma nel pomeriggio di ieri, con una nota la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha fatto sapere che: «Potranno essere iscritti lo stesso a scuola, se i genitori potranno certificare di avere già fatto richiesta di vaccinazioni, con una documentazione che dovrà essere consegnata tra la fine di luglio e la prima metà di settembre alle segreterie degli istituti». Basta prenotare, insomma. E un chiarimento in tal senso lo fa anche il direttore dell’Igiene e sanità pubblica della Asl di Lecce, Alberto Fedele: «Siamo in una fase ancora preliminare perché dobbiamo aspettare il testo completo del decreto legge per capire come si applica, ma adesso arriva gente che pretende di essere immediatamente soddisfatta. Non abbiamo un surplus di risorse umane per far fronte subito a questa impennata di richieste che abbiamo già affrontato quando c’è stato l’immotivato allarme sulla meningite. Se questi bambini devono essere vaccinati subito gli organi superiori dovranno darci risorse aggiuntive perché non possiamo chiedere al personale di lavorare 24 ore su 24».
Queste le istruzioni per l’uso, insomma: bisogna prenotare la vaccinazione e poi aspettare il termine fare pianificare all’Ufficio vaccinazione, senza temere conseguenze.
 
Paure collegate al decreto che non solo ha reso obbligatori 12 vaccini contro i 4 di prima, ma ha anche introdotto sanzioni che prima – pur in presenza di un obbligo di legge – non erano previste. Le vaccinazioni sinora obbligatorie erano: Polio, Difterite, Tetano, Epatite B. A queste si aggiungono quelle sinora solo consigliate: Pertosse, Haemophilus influenzae tipo B, Meningococco B e C, Morbillo, Rosolia, Parotite, Varicella.
Serve un Piano straordinario di vaccinazioni? «Siamo in fase di monitoraggio, - afferma Fedele - va valutato l’impatto per ogni vaccino, rispetto alle fasce di età. Basterà che il genitore dimostri di aver iniziato il percorso di vaccinazione e per questo ci saranno circolari esplicative. Applicheremo le sanzioni previste dalla norma solo se i genitori non faranno somministrare ai loro figli tutte le vaccinazioni. Per quanto ci riguarda questo comporta un carico prestazionale, ma anche burocratico. Quando applicheremo le sanzioni per ammende o dovremo scrivere al giudice dei minori ci sarà un ulteriore carico di lavoro che peserà sui servizi, già abbastanza sovraccarichi».
L’Ufficio di Igiene e sanità pubblica sta lavorando per stabilire quanti sono i bimbi che dovranno essere vaccinati. Al momento sarebbero 1.800 per Morbillo, Rosolia, Epatite B, Parotite e 800 per l’esavalente che comprende: Polio, Difterite, Tetano, Epatite B, Pertosse, Haemophilus influenzae tipo B. Ma la platea è destinata a crescere anche perché bisognerà aspettare la pubblicazione del testo del decreto legge approvato lo scorso 19 maggio dal Consiglio dei ministri, per capire come si dovranno regolare le Asl per quell’obbligo esteso sino a 12 vaccinazioni e sino a 16 anni di età.
«Dobbiamo vedere quali priorità pone il decreto – insiste Fedele – e in relazione a questo potremo valutare l’impatto. Probabilmente dovremo fare sedute straordinarie, ma abbiamo ancora il personale degli anni ’90 quando si facevano 3 vaccini, oggi sono 12 e prevedono più sedute. Prima nel primo anno di vita si facevano tre accessi, oggi nei primi tre mesi arriviamo a cinque», poi conclude: «Ci stiamo preparando a un’organizzazione. Noi comunque non mandiamo indietro nessuno. È importante che i bambini stiano in perfette condizioni di salute e quindi sarebbe opportuno che i genitori portino i propri figli dal pediatra, prima della vaccinazione. Noi non conosciamo i bambini per cui ci serve una prima anamnesi e il pediatra, anche per i ritardari che non sono stati vaccinati nei tempi previsti, propone una prima informativa».
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