La sfida di Zara: «Periti industriali, nuova laurea»

La sfida di Zara: «Periti industriali, nuova laurea»
di Maddalena MONGIO'
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Mercoledì 15 Novembre 2017, 05:30
Nuova chance per gli studenti di UniSalento. Dal prossimo anno entrerà nell’offerta formativa anche il corso di laurea per periti industriali. Il semaforo verde sui corsi di laurea professionalizzanti è arrivato dalla ministra dell’Istruzione, Università, Ricerca, Valeria Fedeli, con il suo intervento agli Stati generali dell’università che si è tenuto a Roma venerdì scorso con interventi tematici su “L’Università Italiana per l’Europa”. 
Un via libera accolto con favore dal rettore di UniSalento, Vincenzo Zara, che dagli Stati generali ha visto uscire più forte l’immagine dell’Ateneo. «Direi che in questo ultimo periodo lo stato di salute di UniSalento è molto buono», afferma soddisfatto Zara che precisa: «Abbiamo una nuova offerta formativa, molto differenziata e rispondente al modello di sviluppo del territorio, una impennata nelle immatricolazioni e questo grazie anche ai nuovi corsi di studio, una buona attività di ricerca con evidenti ricadute sui progetti finanziati anche con risorse europee, una tenuta del bilancio anche in condizioni di sotto-finanziamento da parte dello Stato. Mi sembra che anche i rapporti con altri attori istituzionali del territorio siano buoni, tra cui le fattive collaborazioni con il Comune di Lecce e con quello di Monteroni, la collaborazione con il Conservatorio e l’Accademia, il Cnr, l’Iit, il forte impulso alla collaborazione con le scuole».
 
Questo il quadro d’insieme di UniSalento che dagli Stati generali, proprio sul punto relativo alle immatricolazione esce più che vincente: 5 per cento la media di incremento nazionale, quasi 15 per cento ai primi di novembre e la percentuale è destinata ad alzarsi grazie alla proroga dei termini di chiusura delle immatricolazioni che si chiudono oggi. In Puglia saranno tre i corsi professionalizzanti. UniSalento intende correre per laureare i periti industriali, l’Università di Bari i geometri, l’Università di Foggia i periti agrari. Una decisione, quella del Miur, che parte dalle indicazioni dell’Unione europea sulla necessità di dare una “patente” di laurea agli studenti che oggi esercitano unicamente con il diploma di scuola superiore. La sfida è quella posta dal mondo del lavoro che chiede professionalità specifiche che non sempre i corsi di laurea possono dare. Da qui la sfida per l’innovazione e l’internazionalizzazione che Zara ha voluto come cifra del suo mandato. L’obiettivo ha bisogno, poi, di essere sostenuto con risorse e iter burocratici snelli. «Servono maggiori risorse e meno vincoli. Noi abbiamo una “macchina complessa” – spiega Zara – che per funzionare al meglio necessita di una quantità adeguata di “carburante”. Il carburante sono le risorse finanziarie, ma anche i docenti, i ricercatori, il personale tecnico e amministrativo, insomma tutti coloro che possono far funzionare al meglio la macchina se sono messi nelle condizioni di poterlo fare. Pensiamo all’internazionalizzazione: una internazionalizzazione vera richiede un sacco di lavoro che parte da molto lontano, dall’interazione con Atenei esteri, dalla formulazione di adeguate convenzioni, dai servizi amministrativi di livello adeguato (e con una comunicazione in lingua inglese o comunque con una lingua veicolare opportuna), dalla docenza di qualità, oltre che da una forte collaborazione con la città in modo che gli studenti stranieri possano usufruire di un “pacchetto integrato” che è sì la formazione, ma anche un complesso di servizi adeguati. In questo modo scatta il passaparola anche tra gli studenti di altri Paesi promuovendo la nostra Università e il nostro Territorio in forma integrata».
Queste le chiavi d’accesso e nel puzzle delle opportunità per gli studenti c’è anche la didattica che ha un posto di primo piano. Il mondo del lavoro chiede alla scuola e all’università competenze spendibili e le lauree triennali dovrebbero rispondere a questo scopo. «Perché questo modello funzioni è necessaria una concertazione molto stretta tra sistema universitario e “mondo del lavoro” in modo da creare quei profili professionali rispondenti alle necessità (talvolta in rapida evoluzione) dei contesti lavorativi. Una concertazione che prima di essere effettuata (come in realtà avviene) a livello di ogni singola Università deve avere una forte connotazione nazionale». Questo il “compito a casa” assegnato da Zara.
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