Turisti a spasso alla ricerca dei tesori “nascosti”: indicazioni insufficienti

Turisti a spasso alla ricerca dei tesori “nascosti”: indicazioni insufficienti
di Stefania DE CESARE
5 Minuti di Lettura
Lunedì 23 Aprile 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:29
Qualcuno combatte con le cartine, molti si affidano ai passanti, altri camminano sperando di trovare qualcosa sulla strada. È una vacanza complicata quella dei visitatori nel capoluogo salentino. All’interno del perimetro dell’area storica, infatti, i cartelli turistici - ovvero i segnali stradali con le indicazioni per raggiungere i luoghi di interesse culturale – sono insufficienti a indicare le bellezze e i tesori della città barocca, e poco aiutano chi arriva a Lecce per la prima volta alla ricerca di monumenti e musei da poter visitare.
Agli angoli delle stradine, infatti, è più facile trovare le frecce che portano a pizzerie o b&b che quelle per l’Anfiteatro o per la Cattedrale. I vacanzieri vagano senza una meta per le strade barocche, dove l’ostacolo vero non è conoscere la storia del monumento quanto arrivarci.
I forestieri che viaggiano in gruppo – all’interno di passeggiate organizzate – si affidano alle loro guide salentine, ma com’è la vita dei turisti stranieri che arrivano a Lecce e scelgono di visitare il centro cittadino senza un accompagnatore?
Il cuore della città - piccolo per estensione ma pieno di tesori - con i suoi vicoli può essere un labirinto per i forestieri: una vera e propria caccia al tesoro per chi ama perdersi per le vie storiche ma che può essere difficile da digerire per chi, invece, ha poco tempo a disposizione e non può permettersi di girovagare senza meta.
Proviamo a metterci nei panni del forestiero alla ricerca delle bellezze del centro storico partendo, ad esempio, da Porta Napoli. L’arco e l’obelisco non hanno bisogno di presentazioni ma, una volta superato l’ingresso, risulta complicato capire come muoversi. Da via Principi di Savoia si scorge un solo cartello a “metà” con frecce in direzione dell’ex convento dei Teatini e della Chiesa Greca ma senza informazioni per altri fiori all’occhiello della zona come la Basilica di Santa Croce, Palazzo Adorno e Palazzo Celestini. 
Proseguendo per il vicolo si scorge a sorpresa la Chiesa delle Alcantarine, tornata alla luce dopo anni di restauro ma apprezzata da pochi: nessun cartello ne indica la presenza e solo il turista più attento riesce ad arrivarci. Proseguendo il cammino, le prime frecce turistiche si trovano solo una volta arrivati in via Umberto I, dove una nuova segnaletica indica la vicinanza alle attrazioni principali – come Chiesa Greca e Palazzo Adorno – che però sono già ben visibili anche senza l’aiuto della cartellonistica. 
 
Un primo orientamento si riesce ad avere solo ritornando sotto l’arco e imboccando via Giuseppe Palmieri dove il turista trova le indicazioni per Duomo, Teatini, piazza Sant’Oronzo, ex conservatorio Sant’Anna e Santa Croce. Ma è dopo aver scelto la direzione che per il visitatore cominciano i problemi: i cartelli scompaiono e anche in questo caso solo procedendo per tentativi si arriva al capolinea. Passeggiando per via Palmieri si raggiunge il Duomo senza particolari sforzi ma, giunti al bivio senza indicazioni, i problemi ritornano.
Ancora più difficile il cammino, invece, per chi inizia il viaggio nel barocco da Porta Rudiae. Superato l’ingresso, il visitatore si trova davanti (a sua insaputa) la Chiesa del Rosario, l’ex Ospedale Spirito Santo e la Chiesa di Sant’Anna: tre importanti tesori, oggi ingabbiati dai cantieri ma pur sempre attrazioni da scoprire, e che non possono mancare nel giro di chi vuole conoscere a fondo il centro leccese. Il turista capisce di avere davanti tre monumenti importanti solo una volta arrivato davanti alle facciate, grazie ai pannelli esplicativi accanto ai lati degli edifici. Passeggiando per via Libertini, il viaggiatore scopre per “sbaglio” anche la Cattedrale. Le prime indicazioni, infatti, si trovano una volta superata piazza del Duomo. Cartelli direzionali all’angolo tra via Libertini e via Arcivescovo Petronelli, e alle spalle della Cattedrale dove sono presenti alcune frecce direzionali – in parte un po’ confuse come quelle per l’ex conservatorio delle Clarisse - per i luoghi di interesse della zona.
I segnali presenti, però, da soli non bastano ad accompagnare il visitatore che si ritrova in piazza Sant’Oronzo o all’Anfiteatro più per caso che per volontà. Discorso analogo anche per il terzo ingresso cittadino cioè Porta San Biagio, da cui si entra senza sapere nulla. La prima segnaletica compare solo una volta arrivati davanti a San Matteo, con un solo cartello posto all’incrocio di via dei Perroni. Arrivati in piazzetta Santa Chiara, il turista ha la possibilità di scoprire uno dei tre ingressi al Teatro Romano, con indicazioni scritte a “mano” su una centralina. Arrivati per intuito nella piazza principale, e procedendo per via Trinchese, si trovano invece una serie di frecce direzionali per chi arriva dal senso opposto, ovvero dalla zona più commerciale della città.
Nessun riferimento al Castello Carlo V: l’immenso complesso storico a due passi dalla piazza, fresco di restauro, è ignorato dalla segnaletica, come se non fosse un simbolo fondamentale leccese. Discorso analogo per il Convitto Palmieri, l’immobile francescano restaurato pochi anni fa, e per il Museo “Sigismondo Castromediano”, una perla tra i musei archeologici del territorio - il più antico della Puglia - non sufficientemente segnalato dalla cartellonistica cittadina. Poche le indicazioni presenti nel perimetro del centro: all’ingresso nord della città (nei pressi delle Mura) e un’altra su viale Cavalotti. Difficile raggiungerlo, quindi, non solo per chi parte dal centro, ma anche per chi arriva in treno. Il museo provinciale, infatti, si trova a poca distanza da piazzale della stazione ferroviaria – bisogna proseguire per viale Oronzo Quarta e poi svoltare a destra per viale Gallipoli - ma il percorso non è indicato dalla segnaletica stradale. I vacanzieri, quindi, rischiano di lasciare il capoluogo senza aver ammirato buona parte dei monumenti cittadini: edifici pieni di storia che risultano poco segnalati e che non aiutano il turista smarrito. Si procede per intuito e si arriva a destinazione per tentativi, e solo chi decide di chiedere indicazioni ai passanti avrà la fortuna di scoprire tutti i tesori della città.
© RIPRODUZIONE RISERVATA