Lecce, presa d'assalto da turisti stranieri. Soddisfatti i commercianti

Lecce, presa d'assalto da turisti stranieri. Soddisfatti i commercianti
di Matteo BOTTAZZO
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Lunedì 10 Ottobre 2022, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 07:12

Non solo l’estate, ma a questo punto anche l’autunno 2022 una stagione memorabile per Lecce. È da settimane - come non era mai accaduto - che la città si presenta piena in ogni suo angolo: al 90% turisti stranieri che poi, come hanno insegnato le statistiche, sono quelli che spendono di più anche nello shopping.
Così nel capoluogo salentino (che nel weekend, tra le altre cose, ha ospitato 1.800 persone per il Congresso nazionale forense) a godere di questo momento di grazia non sono solo ristoranti e b&b ma anche negozi e laboratori artigianali che hanno imparato, soprattutto sul corso che da piazza Sant’Oronzo porta a Porta Rudiae, a restare aperti anche la sera.

I commercianti

Le attività oramai si sono adattate a quelle che sono le richieste di una clientela che gradisce, apprezza e soprattutto acquista quelli che sono i prodotti realizzati dalle sapienti mani dei nostri artigiani. «Abbiamo imparato diverse lingue per essere al passo con il cambiamento che c’è stato in questi ultimi anni - spiega Mina Greco, commerciante del centro storico di Lecce-.

Dobbiamo essere al passo con i tempi: è una necessità, se non vogliamo perdere clienti. Così come abbiamo cambiato anche i nostri orari di apertura, pensare di restare chiusi è una follia, un autorete per le nostre attività che si trovano sulle vie principali del passeggio. È fondamentale però che ci sia una programmazione che possa garantire un flusso continuo di persone anche durante i mesi che sono meno turistici per il Salento». 

I turisti

I turisti non hanno solo il naso all’insù per osservare le bellezze barocche del capoluogo salentino ma mettono mano anche al portafoglio per portarsi a casa qualcosa che possa ricordare questa esperienza. «È stata una stagione positiva, non possiamo assolutamente lamentarci - racconta Rodolfo Spagnolo, commerciante di prodotti di ceramica-. Il nostro settore però rischia tantissimo con la crescita dei costi dell’energia, noi lavoriamo con forni ad altissime temperature e con l’impennata dei costi il nostro è un settore fortemente a rischio. L’auspicio é che le vendite possano continuare così anche nel corso dei mesi invernali e che l’amministrazione continui a organizzare degli eventi, come tanti se ne sono visti nel corso del 2022, per poter proseguire e a riempire la città di Lecce di turisti non solo nel corso del periodo estivo». 

I numeri

I numeri sono evidenti anche per le associazioni di categoria, che però sottolineano le preoccupazioni dei loro associati, sia in termini di programmazione invernale ma anche per quello che è il problema del caro energia che non fa dormire sonni tranquilli proprio a nessuno: «Si è chiusa una stagione, in cui includiamo il mese di settembre, tra le più positive di sempre. E il mio discorso non si limita a quanto avvenuto nella città di Lecce, ma anche in tutta la provincia, segno inequivocabile che si è lavorato bene anche in termini di promozione dei borghi e di qui luoghi che sono diventati nel tempo veri e propri luoghi di culto per i turisti che scelgono il Salento per trascorrere le proprie vacanze - afferma Luigi Derniolo, presidente di Confartigianato Lecce -. Dobbiamo essere sinceri, una grande mano è arrivata anche dal clima che in questi giorni ha portato nel nostro territorio tanti turisti di prossimità che si sono regalati un weekend tra mare e cultura fuori stagione. Ben venga tutto questo, ma dobbiamo sperare che questo extra della stagione estiva non sia vanificato dall’incremento dei costi dell’energia che rischia di vanificare quanto di buono fatto nel corso del periodo che va da aprile ad ottobre. È fondamentale, poi, per sostenere tutto il nostro settore che le amministrazioni si mettano a lavoro per programmare al meglio degli eventi per possano destagionalizzare ulteriormente il turismo a Lecce e in tutto il Salento. Serve promuovere gli eventi legati al nostro patrimonio religioso e soprattutto provare a rilanciare quello congressuale che può rappresentare un valore aggiunto. Sicuramente c’è un trend positivo che però deve essere necessariamente alimentato, altrimenti tante attività, quelle che sono riuscite a superare l’emergenza e la crisi legata al Covid, rischiano concretamente di non avere le forze e soprattutto le risorse necessarie per superare questa nuova emergenza energetica che, dal punto di vista economico, rischia di essere più pericolosa di quella sanitaria».

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