Lecce, pienone di turisti in autunno ma gli alberghi rischiano di chiudere per il caro bollette

Turisti affollano piazza Sant'Oronzo a Lecce
Turisti affollano piazza Sant'Oronzo a Lecce
di Maurizio TARANTINO
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Domenica 2 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16:22

Lecce, estate positiva, autunno d’oro, inverno incerto. Il turismo salentino tira le somme, al termine della stagione balneare e, forse inaspettatamente, i motivi per essere soddisfatti non mancano. L’incertezza internazionale e i rincari a due cifre di bollette e generi di consumo non fanno dormire sonni tranquilli agli imprenditori del comparto, in vista di un inverno che si preannuncia molto complicato nonostante la debolezza dell’euro che apre le porte ai turisti stranieri, in particolare americani. E molti alberghi potrebbero non riaprire per il caro bollette.

Torna il turismo congressuale

«Le sensazioni sulla stagione estiva sono più che positive - spiega Stefania Mandurino, componente del consiglio di presidenza nazionale Aidit e titolare dell’agenzia di viaggio Elios -. Abbiamo avuto tanti stranieri e tanti italiani con redditi medio alti. Diverso il discorso su settembre e ottobre che si preannunciano molto favorevoli. La spiegazione è semplice: è tornato con gran forza il turismo congressuale, con un concentrato di eventi, rinviati per tanti anni. La settimana prossima, ad esempio, ospitiamo un convegno nazionale forense, 1.800 avvocati da tutta Italia, mentre la settimana passata si è appena concluso il congresso della Fidapa».
Lecce quindi in grande spolvero, considerata meta d’eccellenza per la sua capacità di accoglienza in uno scenario splendido. «Non solo.

Di sicuro - aggiunge Mandurino - aver aperto ai matrimoni le location cittadine sarà molto importante. Una scelta opportuna quella dell’amministrazione che avrà risvolti assolutamente positivi. Di contro dobbiamo capire come impatterà la crisi economica, cioè l’inflazione a due cifre, gli aumenti dei costi di produzione dovuta all’energia. Il timore è che verranno colpiti i turisti low cost, non la fascia alta, ma le famiglie. Ma è uno scenario in continua evoluzione. Sarà un Natale particolare, vedremo se ci sarà la possibilità di applicare delle contromisure». 

«Alcuni albergatori hanno gettato la spugna»

Una riflessione che vede concordare anche il general manager dell’Hilton di Lecce, Giancarlo De Venuto, impegnato a sollecitare ancora una volta il sostegno delle istituzioni. «Nonostante un settembre eccezionale - sottolinea -, non possiamo far finta di nulla. Ci vogliono politiche incisive, non metodi palliativi. Alcuni degli associati, hanno gettato la spugna. Se guardiamo l’impatto energetico, su 100 euro, 24 sono andati all’energia, il resto al personale. Prima si spendeva invece il 7%. Bisogna reagire immediatamente, calmierare in prezzi in maniera sensibile. In Austria le aziende ricevono un bonus da mesi e un una tantum annuale. Il rischio è avere i turisti, ma non avere le imprese dove accoglierli». Problematiche che sono al centro dell’azione dell’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane. «Già prima estate abbiamo avviato un iter per la definizione del piano strategico del turismo - assicura -. Dopo il primo tour con i sei incontri nei capoluoghi di provincia stiamo ora in fase di analisi delle istanze venute dai confronti. Adesso cercheremo di comprendere le esigenze sui prodotti e i servizi da integrare. Così torneremo nelle province. Ottobre può essere il mese per convocare il tavolo anche perché tra il 28 e 29 ci saranno gli stati generali del turismo, un’occasione per fare il punto e condividere la strategia regionale a livello nazionale». 

«Le spese per l'energia tripliacate»

Giuseppe Serafino, presidente della sezione turismo di Confidustria Lecce, non nasconde la preoccupazione per le settimane a venire. «I turisti che riempiono le nostre strutture - osserva - sono quelli che avevano prenotato già diversi mesi fa. Abbiamo anche diverse richieste per novembre. Ma dopo? Dobbiamo erogare servizi al triplo dei costi soprattutto energetici. Hotel che spendono 70mila euro per la fornitura elettrica preferiscono non lavorare. Confindustria nazionale si sta adoperando da tempo per discutere con il Governo uscente e continuerà con il nuovo. Purtroppo ci troviamo in mezzo ad una nuova tempesta, sempre per motivi indipendenti dagli imprenditori. Ci troviamo in difficoltà pur essendo incolpevoli. Ci sono strutture piene ma non sappiamo se ci sarà il guadagno: e giustamente c’è chi ha anticipato la chiusura».

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