Un giro d’affari di oltre 270 milioni di euro: tanto movimenta a Lecce l’economia turistica. La ricaduta indiretta sulla città d’arte, patrimonio del barocco, è consistente anche se non è quella più alta nel Salento (Gallipoli infatti arriva a 275 milioni).
ll report di Sociometrica: Lecce al 56esimo posto
L’analisi arriva dal report di Sociometrica su base dati Istat e pubblicata pochi giorni fa sul Sole24ore e ha preso i dati relativi a 3.390 comuni, tutti quelli che l’Istat segnala come comuni “turistici”: Lecce è al 56esimo posto. «Una somma che comprende non solo il valore aggiunto - commenta il sindaco Carlo Salvemini - che il turismo produce su attività quali alberghi, ristorazione o agenzie di viaggio, ma su tutte le attività che beneficiano delle spese che i turisti effettuano in vacanza: trasporti, esercizi commerciali non caratteristici, servizi culturali.
Salvemini: «Coinvolta l'intera economia della città»
Salvemini allarga lo sguardo a tutto quello che muove l’offerta turistica e che viene messo in evidenza dal report. «L’indagine di Sociometrica ci aiuta a comprendere come il turismo non sia un “affare” - aggiunge il primo cittadino - che riguarda solo alberghi, b&b, ristoranti e stabilimenti balneari, ma l’intera economia. Attraverso politiche equilibrate di gestione dei flussi turistici e della loro distribuzione sostenibile sul territorio possiamo crescere ancora, evitando i rischi del sovraffollamento, mantenendo la vocazione residenziale dei centri storici, mettendo a valore aree naturali ed ecosistemi naturali fragili come la nostra costa. È una delle sfide più importanti per Lecce, per il Salento e il suo futuro, sulla quale siamo pronti a lavorare ancor di più». Sociometrica, nel suo dossier, ha preso in considerazione i dati dei primi 500 comuni turistici più rappresentativi, che nel complesso rappresentano l’83% del valore aggiunto turistico nazionale. Per ciascuno dei 500 comuni più turistici è stato calcolato il valore aggiunto con tutte le informazioni di carattere turistico, ad esempio gli arrivi e le presenze per comune, la consistenza dell’offerta turistica, sia alberghiera che extra-alberghiera, poi una stima delle presenze turistiche non ufficiali e altri parametri. Lavorando con i dati comunali è stato creato un ranking dei comuni turistici, ovvero una classifica calcolata sulla base della loro performance turistica nel 2019, nel 2020 e nel 2021, facendo anche una stima per l’anno 2022 basato sui dati Istat dal gennaio ad agosto incluso. Le stime dei quattro mesi finali sono state realizzate considerando lo scarto mese per mese del 2022 rispetto al 2019 (anno più rappresentativo rispetto al biennio 2020 e 2021 per l’emergenza Covid). «Il turismo riesce non solo a creare valore aggiunto - sono le conclusioni del report -, attraverso la sua attività specifica, ma per i suoi effetti moltiplicativi, riesce a creare redditi in tutto il resto dell’economia. Oltre alla capacità di produrre redditi personali il turismo dimostra anche di avere grandi capacità di generare imprese. Naturalmente si tratta quasi sempre di piccole imprese e tuttavia costituiscono un tessuto economico molto importante».
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