Lecce, telecamere a riconoscimento facciale: il Garante apre un'istruttoria sul Comune

Lecce, telecamere a riconoscimento facciale: il Garante apre un'istruttoria sul Comune
di Stefania DE CESARE
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Lunedì 14 Novembre 2022, 19:00

Telecamere di sicurezza a riconoscimento facciale bocciate dal Garante della Privacy. L'Authority ha infatti aperto un'istruttoria nei confronti del Comune di Lecce per valutare se la condotta tenuta non sia stata lesiva del diritto alla riservatezza dei cittadini, atteso che le telecamere in questione avrebbero dovuto essere attivate in 18 punti strategici della città con il sistema di rilevazione biometrica, ovvero il riconoscimento facciale. Dal centro storico alla stazione ferroviaria, obiettivo dichiarato del Comune era quello di prevenire atti di vandalismo, il bivacco o le risse, presidiando meglio le aree più fragili e bisognose di controllo della città barocca. Ma, evidentemente, non aveva ancora fatto i conti con il Garante.

L'antefatto

L'installazione si è conclusa ed è stata anche annunciata dalla stampa. Dopo la diffusione della notizia sull'arrivo delle nuove telecamere - notizia pubblicata il 10 novembre scorso - il comando della Municipale si è affrettato a smentire l'uso della tecnologia a riconoscimento facciale, diffondendo la seguente nota: «Nella fase di installazione delle nuove telecamere di videosorveglianza per la tutela della sicurezza urbana, il Comando di Polizia Locale, acquisito il parere del DPO del Comune di Lecce (ovvero del responsabile della protezione dei dai personali, ndr), ha in verità optato per una tecnologia che, benché all’avanguardia, non prevede il cosiddetto riconoscimento facciale. Infatti, non è ancora disponibile una idonea previsione normativa che consenta la raccolta di dati biometrici, funzionale in particolare all’identificazione dei soggetti interessati da specifiche esigenze investigative. Pertanto, si ribadisce che non verrà trattato alcun tipo di dato biometrico che è tipico del riconoscimento facciale».

I rilievi del Garante

Oggi, 14 novembre, arriva la nota del Garante che, nei giorni scorsi, ha aperto una istruttoria nei confronti del Comune, mettendosi di traverso: «In base alla normativa europea e nazionale il trattamento di dati personali realizzato da soggetti pubblici, mediante dispositivi video, è generalmente ammesso se necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri. Il trattamento di dati personali realizzato da soggetti pubblici mediante dispositivi video - ha ricordato l'Authority - è ammesso solo a condizione che venga stipulato il cosiddetto “Patto per la sicurezza urbana tra Sindaco e Prefettura”».

«Inoltre, fino all’entrata in vigore di una specifica legge in materia, e comunque fino al 31 dicembre 2023 - ha aggiunto il Garante - in Italia non sono consentiti l’installazione e l’uso di sistemi di riconoscimento facciale tramite dati biometrici, a meno che il trattamento non sia effettuato per indagini della magistratura o prevenzione e repressione dei reati.

La moratoria nasce dall’esigenza di disciplinare requisiti di ammissibilità, condizioni e garanzie relative al riconoscimento facciale, nel rispetto del principio di proporzionalità».

Ancora. «Il Comune dovrà quindi fornire all’Autorità una descrizione dei sistemi adottati, le finalità e le basi giuridiche dei trattamenti, un elenco delle banche dati consultate dai dispositivi e la valutazione d’impatto sul trattamento dati, che il titolare è sempre tenuto ad effettuare nel caso di "sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico"».

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