Stop alla musica e alla movida: associazioni e sindaci dal prefetto

Stop alla musica e alla movida: associazioni e sindaci dal prefetto
di Stefania DE CESARE
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Sabato 23 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:18

Un tavolo di confronto con il prefetto Maria Rosa Trio e tutti i sindaci della provincia per «cercare una soluzione condivisa che non danneggi gli esercenti della città». È convocato per martedì mattina l’incontro voluto da Confcommercio Lecce per sciogliere i nodi legati agli orari della movida del capoluogo salentino. 
Al centro della discussione ci sarà l’ordinanza sindacale firmata dal sindaco di Lecce Carlo Salvemini che prevede, nel periodo estivo, la chiusura anticipata alle 2 e lo stop a musica e suoni a mezzanotte nei pubblici esercizi del centro storico e del centro moderno della città. Una misura che ha diviso la città sollevando numerose lamentele soprattutto tra gli imprenditori. 

Le associazioni di categoria 


Tra le associazioni di categoria, infatti, c’è chi si è già attivato per cambiare le carte in tavola. È il caso FedImprese Lecce che ha chiesto al sindaco di Lecce Carlo Salvemini di rivedere il provvedimento destinato ai pubblici esercizi, permettendo alle attività di rimanere aperte fino alle 3 ma con la somministrazione autorizzata solo all’interno dei locali. Una proposta presa in carico dal primo cittadino già nella giornata di giovedì e che se adottata potrebbe “riaccendere” la movida leccese. «Il micro teppismo che si sviluppa di notte all’interno del centro storico non ha niente a che vedere con i locali – sottolinea Maurizio Maglio, presidente di Confcommercio Lecce -.

Se il problema è l’ordine pubblico l’indirizzo scelto è sbagliato. Forse bisogna sedersi e valutare con le persone poste al controllo del territorio e capire quale può essere la soluzione più giusta. Perché così si penalizzano le persone che lavorano e che hanno atteso questo periodo per risollevarsi da una grave crisi economica». A disorientare il popolo della movida è proprio la decisione di ridurre l’orario di attività degli esercizi pubblici. Quello firmato dal sindaco Carlo Salvemini, infatti, al momento è l’unico provvedimento che impone la chiusura di bar, pub, ristoranti e locali alle 2. «Nessuno in provincia ha adottato lo stesso provvedimento – aggiunge Maglio -. Per questo chiederemo di cambiare strategia per tutelare la quiete pubblica senza danneggiare chi lavora». 

Confesercenti: «Rispettare l'ordinanza, ma modifiche»


Di diverso avviso Confesercenti Lecce: «Esiste una ordinanza con regole precise – sottolinea Roberto Petrelli, responsabile cittadino -. Se il sindaco riterrà di convocarci e valutare delle modifiche saremo a disposizione. Ma fino a quel momento l’ordinanza va rispettata». 
Più decisi a chiedere un cambio di rotta sono i residenti riuniti nel Comitato per la tutela del centro storico. «Non siamo mai stati contrari all’estensione degli orari di apertura dei locali. I problemi sono altri – afferma Maurizio Salvatore, del consiglio direttivo del Comitato per la Tutela del centro storico -. Già da tempo abbiamo evidenziato quali sono le criticità, come i locali che operano non in regola, gli schiamazzi e i rumori notturni, le precarie condizioni igieniche e l’ingombro eccessivo di tavolini e dehors che rendono difficoltoso il passaggio dei veicoli dei residenti, dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine. Abbiamo messo a conoscenza il prefetto che ci ha assicurato un potenziamento dei controlli. L’ordinanza emessa dal sindaco Salvemini ha avuto l’effetto di un boomerang perché scontenta tutti». 

I residenti


Non tutti i residenti, però, si oppongono alle misure adottate per regolamentare la movida. Alcuni abitanti del centro storico ritengono il provvedimento legittimo per riportare ordine intorno all’Ovale. Di diversa posizione, invece, il Comitato – che rappresenta oltre 200 residenti – secondo cui la decisione di limitare l’orario di pub e cocktail bar non risolverà i problemi dell’area antica. «Abbiamo chiesto di avere più ordine e controlli. E rispetto delle regole, che esistono dal 2015 e che nessuno ha mai fatto rispettare. Siamo favorevoli a un centro storico vivo, con locali aperti e turisti – aggiunge Salvatore -. Sarebbe anacronistico e sbagliato pensare di avere un centro vuoto e silenzioso. Anche perché noi siamo i primi, da turisti, a ricercare quelle città con centri storici vivi».

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