Lecce-Taviano, maxi giro di prostituzione: undici indagati

Lecce-Taviano, maxi giro di prostituzione: undici indagati
di Andrea TAFURO
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Giovedì 2 Settembre 2021, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 12:47

La Procura di Lecce ha chiuso un'inchiesta su un maxi giro di prostituzione tra Lecce e provincia ed ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari a undici persone che ora risultano indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Le indagini, partite alcuni anni fa, avrebbero portato gli inquirenti alla scoperta di una vera e propria organizzazione ramificata tra la città capoluogo e vari comuni dell'hinterland, nell'ambito della quale venivano reclutate e sfruttate donne e transessuali per lo più provenienti dai Paesi del Sud America. L'avviso di conclusione delle indagini porta la firma del sostituto procuratore Francesca Miglietta.

L'elenco degli indagati

Nel registro degli indagati per associazione a delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione sono finiti i nomi di G.L., conosciuto come Pamela, 58 anni, di Lecce; S.M., 44 anni, di Sternatia; A.M., 26 anni, di Lecce; F.M., 50 anni di Trepuzzi; V.S., meglio nota come Vivi, 52, di Lecce; L.T., 56 anni, di Taviano; M.M., 62 anni, di Lecce; A.T., chiamato Chantal, 39 anni, di Lecce; H.B., 34 anni, residente ad Aradeo; M.A.A., 27 anni di origini tunisine ma residente a Trepuzzi; A.L.G., 53 anni, di Trepuzzi.
Un'organizzazione a luci rosse ben strutturata sull'asse Lecce-Taviano. Con ruoli e compiti definiti per ciascuno dei suoi componenti. Alcuni dei presunti protettori, tra l'altro, erano degli insospettabili, persone perbene che svolgevano altri lavori. Tra loro anche una donna che di giorno era una normale casalinga. Tra i clienti, invece, c'erano anche professionisti che, di tanto in tanto, si concedevano una scappatella.

Come funzionava l'organizzazione


Secondo l'accusa, G.L., S.M., A.M. ed F.M. avrebbero organizzato una vera e propria associazione, reclutando e sfruttando donne e transessuali di varia nazionalità. L'attività di meretricio si sarebbe svolta fino al dicembre del 2016, in appartamenti presi in affitto e ubicati sia a Lecce che a Taviano. Ed i proventi dell'attività di prostituzione venivano in gran parte incassati dai promotori dell'organizzazione a delinquere. In particolare dalle indagini è emerso che G.L. e A.M., per agevolare e sfruttare la prostituzione di un numero indeterminato di donne e transessuali, avevano preso in locazione alcuni appartamenti nella città capoluogo (uno in via XX Settembre, un'altro in via Presta) o a Taviano (in questo caso ubicato in via Don Luigi Sturzo), al fine di consentirvi l'esercizio della prostituzione, individuando le zone e i posti pubblici dove condurre le donne impartendo loro disposizioni sugli orari e sui giorni per l'esercizio dell'attività di prostitute.
In due si sarebbero occupati di accompagnare le ragazze dove le stesse si prostituivano, controllandone la presenza e gestendone gli appuntamenti oltre che conducendo in locazione appartamenti (a Lecce, in via Di Vereto e via Gidiuli). Gli indagati, con la loro attività, avrebbero anche agevolato le operazioni di ricerca dei clienti, controllando donne e transessuali in modo costante e continuo durante lo svolgimento dell'attività che avrebbe consentito un giro di denaro consistente.
Inoltre, sempre secondo gli inquirenti, quattro degli indagati (A.M., H.B., A.M.G. e M.A.A.) in concorso tra loro, avrebbero violato le disposizioni contro l'immigrazione clandestina, simulando un matrimonio combinato tra un cittadino tunisino ed una donna di nazionalità italiana residente a Trepuzzi, al fine di favorire la permanenza in Italia dell'uomo, dietro compenso di una somma di denaro.

Gli indagati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Silvio Caroli, Giorgio Caroli e Giuseppe Gatti.

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