Nella masseria del '500 vacanze extralusso: 7 suite e la spa nel frantoio. Svelato il progetto per "Visciglito"

Nella masseria del '500 vacanze extralusso: 7 suite e la spa nel frantoio. Svelato il progetto per "Visciglito"
di Pierpaolo SPADA
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Martedì 25 Aprile 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 07:53

Le dimore racchiudono in sé le emozioni di chi le ha volute o vissute, quelle riflesse nell’architettura, nelle sale del riposo o del lavoro. Al punto che chi anche molto tempo dopo ne diventa abitante avverte quasi il dovere di preservarne, almeno in parte, forme, usi e colori.  Pensate a Masseria Visciglito tra Lecce e Strudà: edificato in veste di complesso rurale per la villeggiatura 500 anni fa, sta per rinascere come holiday, casa vacanza d’extralusso. «I lavori termineranno a dicembre. Se tutto va bene, la struttura ricettiva aprirà già nella prossima primavera.

Il progetto da 5 milioni di euro

Stava per crollare.

Progetto complesso, ci stiamo lavorano da due anni», confida l’architetto Raffaele Centonze. Ad affidargli l’incarico per il recupero e la rifunzionalizzazione dell’edificio è stata PLC Salento srl, amministrata da Anna Maria Greco e dal marito Cesare Zetti, ceo del gruppo italo-svizzero di implantologia odontoiatrica IML-Titanmed, proprietario dell’immobile da circa 15 anni. Un investimento da 5 milioni di euro, che la Regione Puglia ha accolto l’invito a cofinanziare (su input dello studio commerciale Quarta) secondo le modalità del Pia Turismo, nell’ambito di un territorio - quello salentino - in cui la riqualificazione di antiche dimore sta assumendo la connotazione di vero e proprio asset di sviluppo economico e sociale. Sette suite più tre camere da letto nel compendio immobiliare immerso nell’oliveto dal quale, nel 2017, il premio Oscar Hellen Mirren lanciò l’appello per il salvataggio da xylella - fra gli altri - del bimillenario albero “Regina”. Un luogo che parla di natura ma anche di persone: contadini, monaci e imperatori. Si narra infatti che, “di ritorno dall’Albania, prima di entrare nella città di Lupiae (futura Lecce), Ottaviano Augusto si sia accampato a Visciglito, una grande radura o forse già all’epoca fattoria”. Al ‘500 risale la chiesetta esistente alle spalle del corpo centrale che gli studiosi hanno ritrovato registrato già nel 1755, quando ne risultava proprietario il Venerabile Collegio della Compagnia di Gesù, dal quale l’immobile ha assunto anche la denominazione di “Masseria dei Gesuini” (o Gesuiti), nel cuore del patrimonio feudale tra Specchia Mezzana e Acaya. Lo stesso “i cui confini erano segnati dalla Via del Carro, cioè di quell’antico asse viario che da Otranto portava a Brindisi, una sorta di strada a scorrimento veloce tra i due più importanti porti della Terra d’Otranto”.

Suite, piscina e una spa nel frantoio

Nell’ampia scala che conduce al piano superiore dell’edificio principale e nel suggestivo colonnato ottocentesco sono identificati gli elementi che definiscono la funzione di elegante dimora rurale per la villeggiatura dell’immobile. «La struttura era diruta». Il progettista spiega di averla dovuta «smontare e rimontare». Dei tre corpi di fabbrica che la compongono, quello centrale - a due piani, con volte a “botte” e distinto dal portico arcato - costitutiva la residenza dei proprietari terrieri. Al piano terra il progetto prevede cucina con zona living, soggiorno, studio, aree relax, camera da letto e servizi igienici, mentre al piano superiore 3 ampie suite con bagno. Nel secondo corpo di fabbrica - un tempo dormitorio degli agricoltori che lavoravano le terre - saranno ricostruite le volte “a stella” e ubicate 4 suite, ciascuna con cortile attrezzato di vasca idromassaggio a forma di abbeveratoio e circondato da muri in pietra. Il testante corpo - dove gli allevatori di bestiame vivevano e producevano formaggi - accoglierà, invece, altre due camere da letto, un bagno e un soggiorno, al quale si accederà da un cortiletto recintato da muretto a secco. All’esterno, un campo da tennis, una piscina e un’ampia area parcheggio.
Fiore all’occhiello della masseria, «la chiesetta sarà oggetto di un attento recupero restauro». “Realizzata con muratura a secco, si presenta con un portale d’ingresso, segnato da una cornice in pietra e da un timpano sovrastante, al lato opposto dell’altare, secondo la tradizione greca”, riferiscono gli storici. Un tesoro segnato dal tempo ma anche da vandali e ladri, che hanno sottratto elementi all’altare e alle cornici delle nicchie. Particolare cura sarà riservata anche al grande frantoio ipogeo che sorge al di sotto del terzo corpo di fabbrica: «Sarà adibito a zona relax, con sauna, sala massaggi, spogliatoi e vasca idromassaggio». Pietra di Trani per i pavimenti interni, lastre di pietra leccese per quelli esterni. L’obiettivo dichiarato è preservare l’aspetto storico e architettonico dell’insediamento. «Comprendiamo il valore dei luoghi oggetto dell’intervento. Siamo eredi di un patrimonio immobiliare che - riflette il progettista - non meritiamo». 

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