Un centro storico con meno food: stop per due anni all’apertura di bar e ristoranti a Lecce. Ma per il futuro previste nuove licenze per migliorare la qualità dell’offerta. E poi arriva la “stretta” per le attività di commercio al dettaglio: regole chiare per il consumo sul posto (solo occasionale) e per gli arredi: ok a tavoli, sedie e banconi ma non abbinabili tra loro.
Il Documento strategico per il commercio
Entra nel vivo l’iter per l’approvazione del Documento strategico del commercio, lo strumento con cui Palazzo Carafa punta a disciplinare tutte le tipologie di attività commerciale (in conformità alle disposizioni europee, nazionali e regionali) e a definire le scelte strategiche per il rilancio dell’economia urbana.
L'obiettivo
Adesso, però, il Comune punta a invertire il trend intervenendo sulle nuove licenze. Tra le novità spicca la decisione di “congelare” per due anni l’apertura di pubblici esercizi. La sospensione varrà solamente per le attività ricadenti all’interno della zona urbanistica A1, ovvero nell’area delimitata da viale Gallipoli, viale dell’Università, viale Calasso, viale De Pietro, via Garibaldi, via San Francesco D’Assisi, via Cavallotti, via Marconi, viale Lo Re. Decorsi i due anni, e nelle more del monitoraggio degli effetti che Palazzo Carafa svolgerà con le associazioni di categoria, l’amministrazione consentirà nuove aperture sulla base di criteri qualitativi relativi alle caratteristiche strutturali dei locali (come l’insonorizzazione e l’utilizzo di sistemi per il risparmio idrico e di elettrodomestici di classe A e A+ ), che ai criteri gestionali e all’offerta di servizio al cliente (tra cui conoscenze delle lingue straniere, wi-fi gratuito per il pubblico, menu con offerta di prodotti tipici).
Obiettivo del documento è normare in maniera chiara e netta la distinzione funzionale fra l’attività di commercio al dettaglio rispetto alla somministrazione assistita di alimenti e bevande. Ed è per questo che arriva la “stretta” per il consumo sul posto dei prodotti di gastronomia per gli esercizi di vicinato. Il consumo dovrà considerarsi come “occasionale” e configurarsi come “attività meramente secondaria e accessoria”. La consumazione potrà avvenire tramite l’utilizzo di arredi urbani “di dimensioni congrue all’ampiezza ed alla capacità ricettiva del locale” e soprattutto “a condizione che i medesimi non configurino inequivocabilmente un’attività di somministrazione a titolo principale”. Sarà permesso l’utilizzo di piani di appoggio (mensole, tavoli), con seggiole, sgabelli o altre sedute “non abbinabili per le diverse altezze dei medesimi, in modo che sia consentito il consumo degli alimenti da seduti ma non al tavolo ovvero appoggiando i prodotti su un piano ma senza poterlo utilizzare da seduti”. Vietata qualsiasi forma di servizio assistito al tavolo, di preparazione delle bevande, la consegna di menù e la raccolta delle ordinazioni.
L'assessore
«Vogliamo mettere ordine nel settore - spiega l’assessore alle Attività produttive Paolo Foresio -. L’obiettivo è stabilire regole chiare per gli insediamenti commerciali, tutelando chi fa impresa. Abbiamo prestato maggiore attenzione al centro storico e alla valorizzazione e dei “piccoli” esercizi di vicinato e negozi di quartiere. La delibera è stata presentata in commissione entro il termine del 30 aprile, dopo un lavoro lungo fatto insieme alle associazioni categoria. Entro maggio contiamo di approvarla in Consiglio».