Shopping e movida strade affollate in centro. Pressing per le mascherine

Shopping e movida strade affollate in centro. Pressing per le mascherine
di Paolo CONTE
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Domenica 5 Dicembre 2021, 11:09

Natale si avvicina e bastava fare un giro ieri in città per rendersi conto che è così. Oltre al traffico senza pace, colpiva la marea di gente che si è riversata in centro per lo shopping e poi - in serata - per la movida.
Le strade di Lecce si riempiono, le mascherine spesso non ci sono e in tutto questo - come in un brutto film già visto - continuano a salire i contagi. In assenza di una normativa nazionale, la responsabilità di intervenire con un'ordinanza (per obbligare ad esempio all'uso delle mascherine anche all'aperto) viene lasciata ai singoli sindaci.

Caccia ai regali di Natale


Il rischio di assembramenti aumenta nei negozi e per le strade nel solco del primo weekend pre-natalizio, che ha aperto la caccia ai primi regali da posizionare sotto l'albero. E per le vie della movida il distanziamento sociale sembra ormai un lontano ricordo.

Stuoli di ragazzi si ammassano sui gradini delle chiese, vicino ai locali, tra i tavolini all'aperto e nelle piazzette. Bevono e fumano vis-à-vis nel contesto di un sabato sera apparentemente tranquillo, ma in cui vige ancora lo stato d'emergenza.


Per molti (forse troppi) l'atmosfera di festa ha scacciato la paura del contagio da Covid-19. La magia del Natale ha preso il sopravvento anche tra gli adulti in età avanzata. Persino alcuni anziani passeggiano in centro tra la folla con le mascherine abbassate. Restano in tasca per essere indossate solo in casi di estrema necessità (quando si entra in un ristorante o in luoghi al chiuso che ne richiedono l'utilizzo obbligatorio). Le FFP2 e FFP3 sono diventate delle vere e proprie mosche bianche. Perché per la maggior parte delle persone sono difficili da abbassare e ostruiscono il respiro. Ma soprattutto perché «risultano antiestetiche». Sono più comode le mascherine chirurgiche. Più fashion quelle fatte di stoffa (o di altri materiali) da abbinare con l'outfit scelto per il fine settimana.


Motivazioni ed esigenze che sembrano avere la priorità sul pericolo di contrarre il virus e scatenare l'ennesima ondata di contagi alle porte dell'inverno. Sul rischio assembramenti nei giorni scorsi aveva già lanciato l'allerta il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro. A nome di tutti i sindaci, il primo cittadino del capoluogo pugliese aveva chiesto l'obbligo delle mascherine all'aperto dal 6 dicembre al 15 gennaio su tutto il territorio nazionale, col fine di contenere i pericoli di un'altra ondata. La richiesta è stata presentata al governo in occasione dell'ultima riunione della cabina di regia, ma a distanza di una settimana non ci sono ancora segnali da parte delle autorità sanitarie. Ad oggi l'iniziativa dei sindaci che, secondo Decaro, darebbe un segnale forte al Paese, non ha ancora sortito gli effetti sperati.

La movida nel centro storico


Nel frattempo il sabato sera della movida leccese si è srotolato sino a tarda notte. In piazzetta Santa Chiara e in via Ludovico Maremonti i giovani si accalcano per buona parte della serata. Anche in un tratto di Vico dei Fieschi ragazze e ragazzi sono stipati come sardine. E in alcune zone di via Umberto I la situazione non cambia. La voglia di fare comunità in libertà nel periodo che anticipa il Natale trionfa sulle regole del buonsenso. E ancora in via degli Ammirati, Marco Basseo e Federico D'Aragona. I punti nevralgici dove operano i locali più in voga del borgo antico, si sono riempiti di giovani a volto scoperto in un sabato che quasi spaventa.


Nel pomeriggio invece sono stati i centri commerciali e i negozi di abbigliamento dell'area commerciale della città ad essere stati presi d'assalto dai compratori. L'apertura delle danze allo shopping natalizio ha generato una sequela di assembramenti in diverse aree del centro. Nei luoghi al chiuso però le mascherine sono sempre ben afferrate dietro le orecchie, ma all'uscita dei negozi la protezione torna in tasca o nella borsa e il distanziamento sociale non è più contemplato.
Troppa leggerezza che cozza con il virus che è ritornato a circolare e con gli ospedali che ricominciano a riempirsi. E ancora siamo soltanto ai primi di dicembre.
 

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