Il prefetto: «A scuola senza avere paura. Ora isoliamo i bulli»

Il prefetto: «A scuola senza avere paura. Ora isoliamo i bulli»
di Pierpaolo SPADA
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Giovedì 26 Aprile 2018, 05:30
«Isolare i bulli e chi commette violenze, non i ragazzi che subisco. Anche questa è libertà. Andare a scuola senza avere paura». Un messaggio quasi a sorpresa per i festeggiamenti del 25 aprile. E a lanciarlo, da piazza Partigiani dove ieri mattina si è tenuta la cerimonia che ricorda la Liberazione, è stato il prefetto Claudio Palomba dopo gli ultimi casi di bullismo in classe che hanno coinvolto anche il Salento e, in particolare, un 17enne dell’Istituto Fermi di Lecce in un video choc che ha fatto il giro d’Italia.
«Una festa della libertà e della democrazia, questo deve essere il 25 aprile»: così ha detto Palomba prima di toccare, appunto, l’argomento più dibattuto degli ultimi giorni per sottolineare quanto la mancata osservanza dei principi della Costituzione stia corrodendo le fondamenta della società italiana. 
«Nella nostra Costituzione ricorrono i termini violenza e libertà. Di violenze ce ne sono tante. La Costituzione dobbiamo rispettarla ogni giorno, è la nostra pietra miliare. La non violenza e il rispetto della Costituzione - ha rimarcato il prefetto parlando davanti ai rappresentanti delle istituzioni, ai partigiani e a un gruppo di ragazzi - è anche non isolare quel povero ragazzo, quei tanti poveri ragazzi che a scuola sono vittime di bullismo. Va isolato chi lo fa, non chi lo subisce il bullismo. E in questo, mi rivolgo soprattutto a voi ragazzi: è importantissimo sin dai banchi di scuola affermare questo rispetto. Questo è rispetto della Costituzione, questa - ha insistito Palomba - è libertà. Perché un ragazzo non può tornare a casa e negare, dire e giustificare alcuni episodi che non sono stati in qualche modo denunciati dagli stessi ragazzi. Ecco, se dobbiamo rispettare questi valori, i valori della libertà, i valori della non violenza, questa è violenza di ogni giorno a cui dobbiamo dire un fermo “no”, e lo dovete dire soprattutto voi ragazzi». 
 
Un messaggio ad ampio raggio, insomma. Palomba si è voluto soffermare anche sugli spunti offerti da Papa Francesco durante la sua recente visita nel Salento ma anche su quelli di don Tonino Bello: «Abbiamo avuto una presenza eccezionale, quella di Papa Francesco, che è venuto a pregare sulla tomba di don Tonino Bello. Entrambi invocano pace, fratellanza, solidarietà. Sono questi i messaggi che noi dobbiamo lanciare ai giovani come rappresentanti delle istituzioni, perché l’esempio siamo noi. I nostri padri ci hanno dato una carta dove sono stati scritti i diritti inviolabili della persona, ed è da lì che dobbiamo ripartire, applicandola». 
Alla cerimonia organizzata dalla Prefettura e dalla Scuola di Cavalleria con Anpi, Comune, Provincia e Associazioni Combattentistiche e d’Arma, hanno partecipato numerosi studenti delle scuole superiori che hanno reso vivo il ricordo della lotta partigiana. Sotto un sole cocente, le divise dei militari e delle forze dell’ordine in schiera, le croci rosse sui grembiuli delle infermiere, i fazzoletti e le medaglie di reduci e partigiani e i gonfaloni del Comune e della Provincia. 
«Dai fascismi non siamo ancora liberi», ha detto forte la Naomi De Pascalis per Anpi che ha esaltato il valore dello ius soli contro le discriminazioni. Libertà che non riaffiora sotto i colpi delle guerre che insanguinano il Medio Oriente e della «minaccia del terrorismo» che imperversa ovunque, ha evidenziato il presidente della Provincia, Antonio Gabellone. Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, proprio recitando un passo del discorso di uno dei padri della Costituzione, ha ricordato: «Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati». 
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