Hotel extralusso sul lungomare, si accelera: «Cantiere per il Bellavista chiuso entro il 2025»

Hotel extralusso sul lungomare, si accelera: «Cantiere per il Bellavista chiuso entro il 2025»
di Stefania DE CESARE
5 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Novembre 2022, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 15:20

Fine lavori: 2025. Tre anni di tempo per trasformare l’obbrobrio a pochi passi dalla costa di Lecce in un residence a cinque stelle. È questa la novità emersa ieri in sede di Commissione urbanistica a Palazzo Carafa. Cresce, dunque, l’attesa per il restyling dell’ex Hotel Bellavista di San Cataldo. L’intervento è partito ufficialmente a marzo 2022 ma le operazioni sembrano procedere a rilento. E nel frattempo il Pd chiede certezza sui tempi: «Necessario un monitoraggio sulle tempistiche. La riqualificazione della marina passa anche dalla realizzazione del progetto». 
Da emblema del degrado a simbolo di rinascita. Si accendono i riflettori sul recupero dell’ex Hotel Bellavista, situato sul lungomare Vespucci a San Cataldo.

L'annuncio in commissione Urbanistica: «Consegna lavori in tre anni»

A distanza di circa 8 mesi dall’avvio ufficiale dei lavori, ieri mattina la commissione Urbanistica si è riunita per fare il punto sullo stato del cantiere: l’edificio, infatti, dovrebbe essere abbattuto per fare spazio, così come prevede il progetto dell’imprenditore Maurizio Guagnano, a una nuova struttura con residence, area commerciale al pianterreno e ristorante vista mare al primo piano. «L’immobile è di proprietà privata ma ritengo che come amministratori abbiamo il dovere di monitorare la situazione – ha spiegato in apertura di seduta la presidente Paola Povero (Pd) –.

Ancora oggi l’edificio risulta essere un rudere fatiscente a discapito di una marina che vogliamo valorizzare. Come Comune abbiamo ritenuto che la rigenerazione di quell’edificio avrebbe significato un enorme segnale rispetto al degrado della marina. Il Consiglio è stato impegnato con strumenti urbanistici volti ad accompagnare gli investimenti del privato, che avrebbe dovuto, almeno una volta definita la vicenda giudiziaria, iniziare con la demolizione e poi passare alla ricostruzione. Qual è la causa dei ritardi?».

Il pressing del Pd: «Monitoraggio sul cantiere nella marina»

Il progetto di restyling è stato per lungo tempo fermo ai box a a causa di una serie di vicissitudini burocratiche che hanno prolungato di circa 12 anni l’avvio del cantiere. «Il permesso a costruire è stato rilasciato nel marzo 2021. I lavori sono iniziati il 17 marzo 2022 e il privato ha tre anni di tempo per terminare l’intervento – ha spiegato il dirigente all’Urbanistica Maurizio Guido -. All’interno di questo arco temporale il privato può gestire come crede l’organizzazione del cantiere per cui come Comune possiamo fare ben poco». Ma dalla maggioranza c’è chi chiede di avviare un monitoraggio sulle tempistiche. «Si tratta di un progetto di interesse pubblico – ha aggiunto il capogruppo dem Antonio Rotundo -. Il Consiglio comunale per concedere l’intervento ha dovuto fare una deroga, e consentire che entro i 300 metri dalla battigia si potesse demolire e ricostruire. Essendo già trascorso un anno e mezzo dalla concessione del permesso a costruire, e visto che l’inizio dei lavori è avvenuto esattamente dopo un anno, quindi nel tempo massimo previsto dalla legge, la domanda viene legittima. È evidente che per il cittadino di San Cataldo la marina non si riqualifica se quell’intervento non viene completato. Quindi chiedo, nel rispetto dei limiti consentiti dalla legge, se c’è la possibilità da qui al 2025 di attuare una sorta di verifica da parte degli uffici comunali». A quanto pare, però, il Comune può fare ben poco. «Non c’è stata nessuna deroga specifica – ha sottolineato il dirigente Guido -. Il Consiglio comunale ha esteso questo particolare tipo di intervento a tutte le zone di San Cataldo così come previsto Piano casa. L’interruzione dei lavori è prevista e ne viene data comunicazione ma si tratta comunque di un’opera privata e il Comune non può imporre la costruzione o dettare i tempi». 

Il futuro delle marine di Lecce: 24 km di costa da rigenerare

Il futuro dell’immobile è intrecciato con quello di San Cataldo, la cui rinascita - insieme a tutte le marine leccesi - sarà messa nero su bianco nel Piano urbanistico generale (Pug). Una valorizzazione che dovrà avvenire su più fronti: assetto urbanistico, tutela ambientale e viabilità. Lo stesso imprenditore Guagnano, di recente, ha chiesto all’amministrazione di incentivare i collegamenti pubblici per permettere a tutti di raggiungere la marina senza l’uso dell’auto privata. Lo sviluppo dei 24km di costa è una sfida che l’amministrazione Salvemini sta portando avanti da tempo (il Comune di Lecce è uno dei pochi ad aver approvato il Piano comunale delle Coste) ma che risulta ancora in salita. La squadra di governo cittadino, infatti, deve fare i conti con i numerosi casi di abusivismo e pratiche di condono edilizio ancora sospese (3mila solo nelle marine). Un caos che potrebbe essere superato tramite espropri o sistemi perequazione urbanistica (concedendo cioè ai privati di costruire in altre zone della città). Strategie da mettere in atto solo con l’approvazione del nuovo strumento urbanistico, un piano molto atteso dalla città e da chi la abita. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA