Saranno in 7.500 gli studenti salentini a presentarsi agli esami di maturità su 37mila pugliesi. Un numero consistente, certificato da Ministero dell’Istruzione e che vede quindi la provincia di Lecce al secondo posto regionale dopo Bari con più del doppio dei candidati.
Scuola, il progetto per la sostenibilità a Lecce: i bambini accompagnati a piedi da volontari
Tre i superbravi
Nel Salento sono in tre i “superbravi”, cioè gli alunni che vogliono anticipare la fine del ciclo di studi tanto da fare richiesta “per merito”, presentando domanda mentre ancora sono nella penultima classe a condizione di aver ricevuto otto decimi in ciascuna disciplina e in condotta. Il ministro Patrizio Bianchi ha deciso per un ritorno graduale alla normalità dopo gli anni del covid che hanno segnato non poco la crescita degli studenti dal punto di vista didattico. La maturità quest’anno inizierà il 22 giugno con la prova di italiano. Saranno sette le tracce ministeriali tra cui gli studenti potranno scegliere per realizzare l’elaborato ed avrà carattere nazionale, cioè saranno le stesse per tutti gli istituti. La seconda prova invece avrà per oggetto le materie d’indirizzo con le tracce scelte dalle commissioni uguali per tutto l’istituto. Poi sarà la volta della prova orale che si aprirà con l’analisi del materiale scelto dalla commissione e proseguirà con domande di educazione civica e presentazione delle esperienze dei percorsi per le competenze trasversali.
Melissa Bassi, dieci anni dalla strage alla Morvillo-Falcone
Tornare alla normalità
«L’intenzione del ministro - sottolinea il dirigente Mauro Polimeno del Liceo “Stampacchia” di Tricase - è stata quella di tornare alla normalità ed è una scelta assolutamente condivisibile. Gli studenti hanno sette tracce a disposizione per italiano mentre la seconda è confezionata dal consiglio di classe. È fisiologico che si tratti di un anno di transizione perché la pandemia ha lasciato strascichi non solo a livello di profitto ma ha condizionato il profilo psicologico degli alunni, specie il primo anno. I consigli di classe terranno conto di tutto. I ragazzi saranno tranquilli, saranno valutati da insegnanti che alcune volte sono stati con loro per cinque anni. Il presidente è solo il notaio di turno».
Al “De Giorgi” di Lecce c’è attesa, dopo due anni di attesa. «Ci sembra di respirare un’aria nuova - evidenza la dirigente Giovanna Caretto - per due anni non è stato fatto l’esame tradizionale.
Salento, una settimana di studi sulla moda antica
Il fil rouge che collega gli studenti d'Italia
Dal Capo di Leuca, la preside Chiara Vantaggiato del “Salvemini” di Alessano è convinta che i ragazzi ce la faranno. «La decisione del ministero - spiega - va nella giusta direzione. Abbiamo una traccia ministeriale nazionale, un fil rouge che collega gli studenti d’Italia mentre la seconda prova viene elaborata dai docenti interni terrà conto del percorso formativo svolto e di alcuni moduli che per motivi didattici non si sono potuti svolgere. Non ci dimentichiamo che i nostri ragazzi vengono da due anni di Dad che anche in un istituto come il mio molto tecnologico ha lascito grandi problematiche, specie nelle realtà sociali del sud Salento».
Il preside dell’istituto tecnico “Deledda” di Lecce, Raffaele Capone condivide le analisi dei suoi colleghi. «Abbiamo cercato di tranquillizzare i ragazzi – puntualizza - facendo la simulazione di tutte le prove e del colloquio, di fatto gli studenti saranno abbondantemente preparati. La seconda sarà più personale, sulla base dell’attività che gli alunni hanno svolto tutto l’anno. Questo faciliterà l’azione di accompagnamento, le polemiche mi sembrano più a livello politico e sindacale».