Yvan Sagnet cittadino onorario di Lecce, ma scoppia la polemica politica. L'opposizione lascia l'Aula

Yvan Sagnet cittadino onorario di Lecce, ma scoppia la polemica politica. L'opposizione lascia l'Aula
di Francesca SOZZO
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Martedì 8 Settembre 2020, 15:51 - Ultimo aggiornamento: 16:58
Yvan Sagnet è cittadino onorario di Lecce.  L'attivista e scrittore camerunese famoso per essersi adoperato nel campo dei diritti umani, questa mattina ha ricevuto la cittadinanza onoraria in consiglio comunale a Palazzo Carafa su proposta di un nutrito gruppo di consiglieri comunali (primo firmatario Gabriele Molendini di Lecce Città Pubblica). La motivazione: “Nominato Cavaliere della Repubblica dal Presidente Mattarella, Jean-Pierre Yvan Sagnet rappresenta il protagonista e il simbolo della battaglia civile, sindacale, politica per i diritti dei lavoratori migranti in agricoltura. Con coraggio, nell'agosto del 2011, scelse di ribellarsi a condizioni di lavoro intollerabili, guidando la protesta dei braccianti immigrati per le strade della nostra città, che oggi ne riconosce appieno l'alto valore civile. Trovano decisivo impulso in quella mobilitazione i recenti provvedimenti legislativi di contrasto al caporalato e di tutela dei diritti dei lavoratori agricoli, e la rinnovata sensibilità dell'opinione pubblica nei confronti dell'equità delle filiere agricole e della dignità di chi vi è impiegato. Legare il nome di Sagnet alla città di Lecce significa ribadire l'alto valore delle sue azioni, anche in rappresentanza dei lavoratori agricoli migranti che, in quei giorni e in successive occasioni, sono stati e sono ancora protagonisti di battaglie per la dignità del lavoro e il rifiuto dello sfruttamento, contribuendo alla salvaguardia effettiva del valore costituzionale del Lavoro sul quale è fondata la nostra Repubblica”.

LA POLEMICA
Una cerimonia che però ha divuto fare a meno della presenza dei consiglieri comunali di opposizione che non hanno partecipato al voto e hanno abbandonato l'aula. «La minoranza in Consiglio Comunale di Lecce ha perso ancora una volta l'occasione per dimostrare rispetto per la costituzione e i suoi principi di libertà, giustizia ed equità, indipendentemente da qualsiasi appartenenza a razza, religione e genere - tuona su facebook il consigliere di Civica. Ernesto Mola - La minoranza non ha partecipato né al dibattito né al voto (esclusi gli assenti giustificati e il consigliere dei 5stelle). Qual è il messaggio che i consiglieri di minoranza hanno voluto dare? Che la lotta al caporalato non è stata una lotta di libertà per tutti i lavoratori? Che gli immigrati possono continuare a essere sfruttati? Che il colore della pelle scoraggia dal riconoscere i meriti a chi si è battuto per i diritti di tutti?
Davvero una misera, stantia figura da parte di una destra che non vuole diventare moderna e resta avvinghiata ai principi di un passato che speravamo ormai non più attuali».

«Non partecipare ad un momento come questo vuol dire non sentirsi destinatario del dettame costituzionale, non sentirsi parte della nostra comunità cittadina - dichiara invece il capogruppo di Lecce città Pubblica Pierpaolo Patti - Ecco perché il gesto della minoranza, fatta eccezione del movimento 5 stelle, di abbandonare l’aula è un fatto che giudico grave e squalificante per chi lo ha posto in essere e che da il senso dei preoccupanti fenomeni a cui stiamo assistendo».


 
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