Carenza di camerieri e cuochi: «Pasqua senza personale»

Carenza di camerieri e cuochi: «Pasqua senza personale»
di Andrea TAFURO
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Martedì 22 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 07:38

È allarme nel mondo della ristorazione per la carenza di personale qualificato. I titolari di ristoranti, pizzerie e pub di Lecce lanciano l’sos per la ricerca di cuochi, camerieri e pizzaioli da poter assumere in vista delle festività pasquali e della stagione estiva. Un problema finito anche all’attenzione della Camera di Commercio di Lecce e che rischia di ripresentarsi anche quest’anno, dopo le difficoltà già riscontrate la scorsa estate soprattutto nelle attività a vocazione turistica. 

Il post provocatorio

«La carenza di personale è quindi tornata sotto i riflettori da alcuni giorni. Emblematico lo sfogo social, pubblicato su un post Facebook, da Marco Paladini, titolare, insieme al fratello Stefano della pizzeria “I Paladini” nel quartiere Stadio di Lecce. «Cerco personale che non sappia fare nulla, va bene anche svogliato maleducato e di qualsiasi presenza. Per i giorni lavorativi: decidete voi».

Un messaggio provocatorio allo stesso tempo, che sui social ha riscosso tanti like ma anche molte critiche. Marco Paladini, presidente dei maestri pizzaioli gourmet salentini di Confcommercio, non ha paura però di esporsi e racconta che l’assenza di personale è un problema ormai dilagante in tutto il settore della ristorazione, già provato da due anni di pandemia. 

Reddito di cittadinanza

«Si presentano in pochi - afferma - e quelli che lo fanno non hanno esperienza e quindi gli viene offerto di meno oppure ne hanno ma non vogliono essere assicurati perché percepiscono il reddito di cittadinanza. In questo modo non riusciamo a chiudere la squadra». Quadro complesso ribadito anche dal fratello e socio Stefano. «Il comparto della ristorazione è in difficoltà a più livelli. La pandemia ha colpito tutti e lo Stato non aiuta le imprese, ma dobbiamo reagire. Con il post Facebook – spiega Stefano Paladini - abbiamo lanciato una provocazione e qualcuno ha ben compreso rispondendo positivamente alla nostra richiesta». 

Formazione

Analisi, sul fenomeno che preoccupa la ristorazione, da cui non si sottrae neppure lo chef Gigi Perrone, titolare del ristorante “Semiserio” a Lecce e presidente dell’Associazione cuochi salentini. «È un problema che affrontiamo da anni, perché questo è un mestiere che richiede impegno e sacrificio e negli ultimi tempi purtroppo ha perso appeal. Le cause sono diverse – aggiunge Perrone – tra queste c’è anche il reddito di cittadinanza, ma non dev’essere vista come un’attenuante. Per risolvere le carenze di personale si deve puntare sulla formazione qualificata e sull’applicazione di politiche di lavoro in grado di garantire nuove professionalità alle aziende, dignità e tutele di legge per chi lavora». 

Qualità del servizio

Il paradosso però resta: da una parte la mancanza di personale segnalata da sempre più imprenditori, dall’altra la fame di lavoro e la denuncia di turni massacranti e paghe da fame che arriva invece da dipendenti e sindacati. Un tema, che in vista della ripartenza a pieni giri dell’attività per la stagione estiva, è posto sotto i riflettori anche dal presidente della Camera di Commercio di Lecce, Mario Vadrucci. «Un’analisi ad ampio raggio porta a considerare che la carenza di servizi efficienti nel settore turistico salentino deriva anche dalla insufficienza di personale adeguatamente formato per rispondere alle esigenze di mercato. In questa fase va considerata tuttavia anche l’influenza negativa del covid e del reddito di cittadinanza, ma è una situazione che si può superare attraverso un’azione congiunta tra istituzioni politiche, scuola e mondo della ristorazione. E in quest’ottica un passo in avanti importante è stato compiuto con l’ampliamento sul territorio regionale degli Istituti tecnici superiori. La Camera di Commercio è pronta quindi a dare il suo contribuito in questo processo condiviso – evidenzia Mario Vadrucci – affinché si possa formare personale qualificato al pari di una forte cultura d’impresa che produca stabilità del lavoro nel medio lungo termine».
 

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