«La pistola puntata e il coltello alla gola». La paura nell'ufficio Aci

«La pistola puntata e il coltello alla gola». La paura nell'ufficio Aci
di Valeria BLANCO
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Giovedì 15 Marzo 2018, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 18:47

«Non c’è stato il tempo di capire cosa stesse succedendo. E' stato terribile». E' evidente lo choc subìto nelle parole delle due donne, madre e figlia, aggredite da due rapinatori con il volto coperto, entrambi armati di coltelli e uno aveva anche una pistola, che hanno fatto irruzione negli uffici Aci di Lecce, all’angolo tra via Candido e via Orsini Del Balzo, alle 18 in punto, quando la sede dell’Automobile Club era quasi deserta perché ormai orario di chiusura. All’interno, infatti, c’era solo una dipendente pronta per andare via insieme con la figlia: una ragazzina minorenne che l’aveva raggiunta appena da qualche minuto. La ragazza era appena entrata nell’ufficio e stava aspettando che la dipendente sbrigasse le ultime incombenze. È stato a questo punto che i due rapinatori hanno fatto irruzione.

«Abbiamo ricordi ancora confusi - raccontano ancora molto scosse, dopo essere state ascoltate dalla polizia - e siamo solo felici di essere vive». La rapina è durata pochi minuti. «Il primo ad entrare - raccontano mamma e figlia - è stato quello con la pistola che ha urlato di tirare fuori la chiave della cassaforte». Le due donne sono state separate: mentre la dipendente è stata portata da uno dei rapinatori verso la cassaforte, la ragazzina è rimasta per un attimo da sola. E con il coraggio e l’incoscienza dell’età, non vista, avrebbe anche composto il 113 dal suo cellulare per chiedere aiuto. Non sarebbe però riuscita a inoltrare la chiamata perché a questo punto è entrato in azione il secondo rapinatore. «È arrivato l’altro da dietro e mi ha puntato il coltello alla gola. Per fortuna non ha notato il telefono che avevo in mano, altrimenti sarebbe potuta finire davvero male».

«Tu chi sei?», le avrebbe chiesto. E senza aspettare la risposta l’avrebbe presa per mano e fatta sedere su una sedia dell’ufficio, rimanendo a sorvegliarla mentre il complice raccoglieva il denaro.
E quando sembrava tutto finito, con i rapinatori pronti a scappare senza aver torto un capello alle due malcapitate, è accaduto l’imprevisto. «Dalla pistola è partito un colpo ad altezza uomo che solo per un caso fortuito non ha colpito nessuno e si è andato a conficcare in un armadio in legno dell’ufficio». Poi i due sono usciti, lasciando mamma e figlia scosse, ma sollevate.

I due hanno percorso un tratto di via Candido a piedi, per poi svoltare un minuto prima dell’arrivo della polizia. «Eravamo usciti a fumare - raccontano due testimoni - e abbiamo visto uscire dall’Aci due persone non molto alte di statura. Avevano il cappuccio e la sciarpa, tant’è che ci siamo insospettiti. Ma poi abbiamo visto che camminavano lentamente: non correvano come ci si aspetterebbe da due rapinatori, quindi ci siamo rassicurati».

Invece, la rapina era stata già compiuta e questa volta il colpo è andato a buon fine, a differenza di due settimane prima, lo scorso 1 marzo, quando un rapinatore solitario sequestrò una dipendente e un’addetta alle pulizie, ma poi fuggì a mani vuote non essendo riuscito a farsi consegnare le chiavi della cassaforte. Alla fine di febbraio, invece, due rapinatori fecero irruzione all’interno dell’agenzia assicurativa Sara di via Orsini del Balzo e ne uscirono con 5mila euro in contanti.

Nell'ultima rapina, quella di mercoledì, i due rapinatori «avevano due borsoni verdi - hanno raccontato alcuni passanti - e sembravano molto carichi, tanto da avere difficoltà a camminare. Chissà cosa contenevano: se i soldi, le armi o altro».
Probabilmente i due rapinatori avevano un mezzo ad attenderli poco distante, magari con a bordo un terzo complice pronto a dare gas all’acceleratore.

Tutte ipotesi che la polizia sta valutando: utili nelle indagini saranno le immagini delle videocamere di sorveglianza di tutti gli esercizi commerciali della zona che potrebbero aver ripreso l’arrivo e la fuga dei malviventi.

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