Beve alcol in un locale, in coma etilico una ragazza di 14 anni

Beve alcol in un locale, in coma etilico una ragazza di 14 anni
di Maddalena MONGIO'
3 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:14
Notte di Halloween indimenticabile per una quattordicenne che ha voluto sfidare i limite ed è finita in pronto soccorso in coma etilico. Non è stato allertato il 118, ma la ragazzina è stata portata in auto al “Vito Fazzi” di Lecce verso l’1.30, in stato di incoscienza. La studentessa stava festeggiano in un locale della movida leccese, come tanti suoi coetani.
Le analisi del sangue hanno poi certificato un tasso alcolemico cinque volte superiore al limite massimo fissato dalla legge che è di 0,50. Ci sono volute quattro ore perché riaprisse gli occhi e, purtroppo, siamo a una storia di ordinaria/straordinaria trasgressione di un minorenne. Pronto soccorso e 118 sanno bene quali sono gli orari e le ricorrenze più a rischio, ma nonostante il battage i ragazzini e le ragazzine cedono al fascino del frutto proibito senza pensare ai danni e alle conseguenze.
«C’è stato questo grave episodio – conferma Silvano Fracella, direttore del pronto soccorso del Fazzi – che si è verificato il 31 ottobre. Nella notte hanno portato questa ragazzina in coma etilico e con un tasso alcolemico di 2,80 per cui abbiamo dovuto fare una serie di trattamenti, compresa la somministrazione di Metadoxil, un medicinale che riduce i livelli di alcool nel sangue. Questa volta è andata bene, ma i giovani devono capire i rischi che corrono. Quando si esagera si può andare in coma etilico, ma c’è anche la necrosi epatica acuta che porta al trapianto del fegato. Chi esagera corre rischi mortali e le donne metabolizzano meno degli uomini l’alcol».
Quello dei rischi legati a comportamenti inappropriati è un tema che Fracella richiama costantemente e avverte: «L’alcol è dannoso per l’organismo, basti pensare che la maggior parte delle cirrosi epatiche sono legate al consumo di alcol. Il consumo abituale, anche di piccole dosi, procura danni a lungo termine al fegato. La capacità del fegato di metabolizzare alcol ha dei limiti. Sono 15 anni che vado nelle scuole per spiegare i rischi legati all’alterazione psico-fisico. I ragazzi non sanno che con una birretta o un cocktail o un bicchiere di vino si raggiunge già lo 0,22 di tasso alcolemico nel sangue e se la dose è raddoppiata si arrivare alla soglia limite. Ai ragazzi ripeto sempre che già con la soglia consentita il rischio di avere un incidente è tre volte maggiore rispetto a chi si mette alla guida senza aver bevuto. Purtroppo i giovani bevono perché l’alcol ti fa percepire meno il pericolo, ti rende euforico, ti fa vincere la timidezza e rompe i freni inibitori. Poi c’è anche il senso di onnipotenza caratteristico della giovane età che li porta a credere che possano padroneggiare qualsiasi cosa».
 
E Maurizio Scardia, direttore della centrale operativa del 118, racconta cosa accade nelle “feste comandate”: «La vigilia di Natale, quella di Capodanno ancor di più, la notte di San Lorenzo, Ferragosto, Halloween, tutti i weekend di luglio e agosto, la Notte della Taranta, le feste private: in tutte queste circostanze noi siamo in prima linea per fronteggiare il problema del coma etilico e dell’ubriachezza molesta. Nei weekend estivi abbiamo almeno una decina di coma etilici che dobbiamo affrontare. Per la Notte della Taranta, negli ultimi due anni, abbiamo trattato 40/45 casi, ma in precedenza abbiamo avuto punte di circa 60 casi. I controlli più serrati per le misure antiterrorismo hanno avuto agito anche da misura di contenimento del consumo eccessivo di alcol». E questa è una buona notizia, ma c’è anche un rovescio della medaglia: «Per noi è più difficile gestire un ubriaco che una patologia grave – rende noto Scardia – sono persone che si controllano a fatica per cui ci vuole tempo e pazienza. Quando sono particolarmente scalmanati avvertiamo le forze dell’ordine, ma anche loro ci chiamano per sedare gli ubriachi molesti».
E non basta. «La gestione degli ubriachi è un problema, in tutta Italia, come pure i trattamenti sanitari obbligatori che impegnano l’ambulanza anche per tre, quattro ore. Accade che mentre si gestisce un Tso o un ubriaco ci chiamino per un infarto o per un ictus e l’ambulanza è occupata. Le ambulanze del 118 sono quelle e se ne tolgo una, per molto tempo, indebolisco la rete».
© RIPRODUZIONE RISERVATA