La polemica sulle mascherine rosa ai poliziotti, arriva l'ok dal Silp: «La credibilità non si misura dai colori»

La polemica sulle mascherine rosa ai poliziotti, arriva l'ok dal Silp: «La credibilità non si misura dai colori»
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Martedì 18 Gennaio 2022, 19:49 - Ultimo aggiornamento: 20:43

Continua a tenere banco la polemica sulle mascherine rosa in dotazione alla polizia. Ma dal Silp di Lecce, il sindacato aderente alla Cgil, arriva invece l'ok. 

Le mascherine consegnate  ai dirigenti della Questura e ad alcuni colleghi

La segreteria provinciale del Silp, il sindacato aderente alla Cgil che tutela i diritti degli operatori di polizia, ha simbolicamente consegnato alcune mascherine FFp2 di colore rosa ai dirigenti della Questura e ad alcuni colleghi.

«Dopo le polemiche suscitate dall'assegnazione dello stesso tipo di mascherine alle Questure di alcune zone d’Italia, con colleghi che avrebbero rifiutato di indossarle perché indecorose e poco rispettose per l'istituzione della Polizia di Stato - tanto da costringere qualcuno a chiedere l'intervento sul tema del Capo della Polizia -, abbiamo ritenuto di dover lanciare un messaggio diverso - ha dichiarato il segretario generale Antonio Ianne - La Segreteria del Silp Cgil Lecce, da sempre attenta ai temi della parità di genere, della lotta alla violenza contro le donne e le fasce deboli - come dimostrato con la propria presenza ormai da anni nelle innumerevoli iniziative sul territorio, nelle scuole, al fianco della Cgil -, ritiene che non si possa lasciare spazio a stereotipi e catalogazioni di genere. Né si può pensare che la credibilità di una Istituzione si misuri dai colori della mascherina indossata, piuttosto che dalla serietà con cui affronta i problemi, e soprattutto li risolve, all’esterno ed all’interno del proprio ambito».

Per il segretario dunque «temere che un così piccolo segno possa minare la propria coerenza e credibilità ci fa dubitare che queste, a ben guardare oltre le apparenze, siano davvero fragili.

Viene anche da chiedersi se saremmo davvero in grado, come Istituzione, di essere al fianco, così come dovrebbe essere, di chi combatte per i propri diritti e affronta pregiudizi a testa alta e senza avere paura di farsi riconoscere con un segno, che sia rosa o arcobaleno. E ancora ci chiediamo come mai il coraggio di questi singoli individui non trovi spazio in un gruppo così facilmente destabilizzabile da una mascherina».

«Infine - aggiunge Ianne -  rivolgiamo un pensiero ai tanti colleghi che hanno messo a disposizione della collettività la propria salute, in alcuni casi la propria vita, nel periodo iniziale della pandemia privi di dispositivi di protezione perché indisponibili. E ci chiediamo se nelle prime ondate di pandemia gli agenti li avrebbero indossati per proteggere loro stessi e i loro cari, anche a costo di recare un danno al "decoro" dell’Istituzione. Domande alle quali segue una risposta scontata, di fronte alla quale lo sdegno mostrato per il colore rosa farebbe a sparire all’istante».

Il segretario generale del Sap Paoloni

«Ci è sembrato doveroso scrivere al Capo della Polizia, Lamberto Giannini, poiché in alcune province sono arrivate forniture di Ffp2 di colore rosa. In questo momento in cui, l'uso dei suddetti dispositivi è diventato obbligatorio, in molte più occasioni rispetto alle disposizioni del precedente decreto legge, ci è sembrato non decoroso per la divisa ricevere degli apparati di protezione come quelli giunti in alcune province». Così Stefano Paoloni, segretario generale del Sap (il Sindacato Autonomo di Polizia), che ha inviato una lettera al capo della Polizia per portare all'attenzione «l'inusuale» fornitura di mascherine Ffp2 di colore rosa che sta avvenendo in «numerose Questure, tra le quali Pavia, Varese, Ferrara, Siracusa e Venezia».

Il Sap: problema di decoro

«Il problema - spiega in una nota il segretario generale del Sap - non nasce da un pregiudizio sul colore, ma dal fatto che l'uso dell'uniforme è regolamentato. Sulla base del giuramento fatto, è necessario anche gli indumenti vengano portati con decoro e rispetto per l'Istituzione a cui si appartiene». «Soprattutto in un momento storico, in cui la narrativa ci racconta di una crescente avversione nei confronti delle Forze dell'Ordine - prosegue Paoloni -, diventa necessario adottare sobrietà e rispetto per le divise indossate. Cose che devono far parte dell'ambito di chi è chiamato a far rispettare le regole. Diventa pertanto sconsigliato l'uso di accessori non idonei e che non rappresentano l'Amministrazione. Riteniamo per tanto che gli indumenti e gli accessori utilizzati debbano essere consoni e coerenti con la divisa, così come è sconsigliato utilizzare mascherine vistose o con ornamenti eccessivi e che non portino simboli di richiamo all'Istituzione».

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