Il pic-nic deserto alle porte del parco: la protesta dei cittadini per la mancata riapertura di Belloluogo

Il pic-nic deserto alle porte del parco: la protesta dei cittadini per la mancata riapertura di Belloluogo
2 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Maggio 2020, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 13:13
Un pic-nic dove tutti sono assenti  Un'allegra tovaglia apparecchiata, con tanto di ombrellone, giochi e marshmallowes ma senza che nessuno, bambino o adulto, a partecipare. È l'installazione, accompagnata da uno striscione colorato, ideata da un gruppo di cittadini leccesi per protestare contro la mancata riapertura di Parco Belloluogo.
Il gruppo che ha ideato la protesta si firma Clap, un invisibile “Comitato per il Libero Accesso ai Papaveri” - spiegano nel comunicato che ha accompagnato il loro gesto questa mattina all'ingresso del parco. «Un modo - spiegano - per manifestare la cocente delusione dinanzi al ritardo con cui l'amministrazione comunale si è presentata all'appuntamento con l'agognata fase 2. Intempestività dovuta, per ammissione dello stesso sindaco, alla scelta di gestire le aree verdi tramite una piattaforma digitale, la cui funzionalità sarà ad ogni modo tutta da verificare. E nel contenuto a tratti volutamente ironico del volantino è rivolto anche un richiamo, accennato ma forte, alle Istituzioni, perché pur in presenza di una situazione eccezionale si dimostrino sempre consapevoli e soprattutto garanti dei diritti dei cittadini». 

«Che il nuovo decreto di Conte mancasse di chiarezza e sostanza e complicasse la traduzione delle direttive nazionali in misure locali efficaci, lo sappiamo tutti - proseguono -. Ma un piccolo spiraglio lo lasciava: l’accesso alle aree verdi. Siamo chiusi in casa da quasi due mesi, stretti tra mura domestiche e, oltre al pavimento, non calpestiamo che l’asfalto tra il domicilio e il supermercato più vicino. Ci mettiamo in fila ordinata per i beni di prima necessità con guanti e mascherine, lasciando a casa figli, crucci finanziari e lagnanze. E sentirci ringraziare per la buona condotta ci offende. Preferiremmo essere considerati individui con un senso di responsabilità civica e una coscienza lucida dei nostri diritti, primo fra tutti il diritto alla primavera. Lecce è una città, rispetto ad altre, piccola e gestibile e il 1 maggio i contagiati ammontano a 59 - conclude il comitato -. Se è vero che “l’Istituzione c’è ed è qui per servire tutta la comunità”, ci saremmo aspettati che – a otto giorni dalla conferenza stampa di Conte – la giunta comunale si trovasse pronta a rendere effettivo il nostro diritto alle aree verdi: spazi aperti dove il rischio di contagio è ridotto e che, gestiti in modo semplice e oculato, non avrebbero compromesso la salute e il benessere pubblici, ma li avrebbero migliorati».
© RIPRODUZIONE RISERVATA