Pronta la lista dei lidi da smontare
«Ci rivolgeremo a Franceschini»

Pronta la lista dei lidi da smontare «Ci rivolgeremo a Franceschini»
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Mercoledì 17 Gennaio 2018, 12:28
In attesa degli incontri tra gli enti, i sindaci salentini - così come richiesto dalla Soprintendenza con una lettera fatta recapitare qualche giorno fa - hanno avviato la ricognizione sulle strutture balneari presenti sul litorale per verificare quante e quali, essendo stagionali, dovranno essere smantellate. In media la metà delle strutture presenti dovrebbe rientrare tra quelle da smontare a fine stagione: circa 200 strutture a rischio.
Una richiesta, quella della Soprintendenza, che ha messo in allarme i titolari dei lidi: questa mattina una delegazione di Federbalneari incontrerà il prefetto Claudio Palomba per ottenere alcuni chiarimenti in merito al protocollo firmato in prefettura anche dalla Soprintendenza, in cui si prevedeva espressamente la possibilità di non smontare le strutture. Il danno economico, se questa visione non dovesse passare, sarebbe ingente: circa 25mila euro l’anno tra smontaggio e rimontaggio, senza contare il rischio di causare un danno ambientale maggiore di quello che si avrebbe mantenendo lo status quo.
Intanto i sindaci cercano di prendere tempo in attesa di un chiarimento normativo. A Salve, il sindaco Passaseo ha già fatto i conti: «Ci sono meno di dieci strutture piccole che a fine estate smontano e altre tre, più grandi, che non vengono smontate». A Gallipoli il sindaco Minerva ha dato mandato agli uffici di fare i conti e procederà, come richiesto dalla Soprintendenza, a procedere con le verifiche. A Otranto, il sindaco Pierpaolo Cariddi, fa notare che «su 32 lidi esistenti, 20 hanno la concessione annuale ottenuta direttamente o ricorrendo ai giudici, mentre i restanti sarebbero penalizzati in virtù di una situazione non del tutto chiara».
Naturalmente i rappresentanti dei gestori sono sul piede di guerra: «Siamo certi - spiega Mauro Della Valle di Federbalneari - di poter far valere le nostre ragioni. Gli imprenditori, in questi anni, hanno investito in strutture all’avanguardia, rispettose della green economy. Niente a che vedere con quello che accadeva in passato quando gli stabilimenti erano invasivi sul territorio in concessione. Se si mettono in dubbio le capacità imprenditoriali, allora è a rischio l’intera promozione del turismo balneare salentino, incapace di essere alternativo ad altri territori che già da tempo hanno investito sull’apertura per 365 giorni. Va da sé che chi ha la possibilità di operare tutto l’anno, deve assumere personale e garantire servizi efficienti, non solo di facciata per evitare i costi di smontaggio».
Nei prossimi giorni, invece, si terrà l’incontro con tutte le associazioni dei balneari che siederanno al tavolo con gli assessori regionali Loredana Capone e Raffaele Piemontese proprio per discutere nel dettaglio la richiesta della Soprintendenza. Per la Cna balneatori è il momento di mettere le cose in chiaro e risolvere il conflitto una volta per tutte: «La richiesta di censire i lidi - commenta Giuseppe Mancarella - non dovrebbe essere vincolante, e comunque rischia di mandare all’aria un intero comparto, che già tra poche settimane dovrà rimettersi in moto alacremente per approntare la stagione estiva. È chiaro che se si andasse allo scontro frontale, non ci resterebbe che ricorrere al Tar. Ma l’idea è quella di proseguire sulla strada dell’apertura annuale, come già indicato in passato dalla Regione Lotteremo fino infondo, arrivando a chiedere udienza al ministro Enrico Franceschini».
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