Copertino, omicidio ex carabiniere: via al processo. Imputato incompatibile col carcere e depresso

La Corte d'Assise (presidente Pietro Baffa, a latere il giudice Maria Francesca Mariano)
La Corte d'Assise (presidente Pietro Baffa, a latere il giudice Maria Francesca Mariano)
di Roberta GRASSI
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Martedì 18 Ottobre 2022, 17:02 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 12:43

Le sue condizioni di salute sembrerebbero precarie e incompatibili con il regime carcerario. Per questa ragione in avvio del processo dinanzi alla Corte d'Assise (presidente Pietro Baffa, a latere Maria Francesca Mariano), in cui è imputato Michele Aportone, l’uomo di 71 anni di San Donaci, accusato di aver ucciso Silvano Nestola, ex carabiniere 46enne a Copertino, è stato affidato l'incarico al medico legale Alberto Tortorella di eseguire una doppia perizia. Dovrà essere valutata la compatibilità delle sue condizioni con il regime carcerario, in virtù di una richiesta di attenuazione della misura cautelare in carcere (per i domiciliari) richiesta dall'avvocato Francesca Conte. E anche la capacità di stare a giudizio, considerato che - a dire della difesa - l'uomo verserebbe in uno stato di prostrazione e anche psichico. Il pm Alberto Santacatterina ha fornito parere favorevole ai domiciliari. 

L'omicidio 

Il processo è stato riaggiornato a dicembre. Quattro sono le parti civili, parenti di Nastola che fu ucciso all'età di 46 anni con quattro colpi di fucile da caccia la sera del 3 maggio del 2021, attorno alle 21.50, nella sua Copertino, davanti al figlio di 11 anni. Inizialmente nel registro degli indagati compariva anche il nome della moglie di Aportone, Rossella Manieri, ma per lei è stata chiesta l’archiviazione. Manieri, a differenza del marito, non era stata mai colpita da misure sulla libertà personale ma indagata con l’accusa di concorso nell’omicidio poiché indicata come l’ispiratrice per la più volte dimostrata avversità alla relazione instaurata dalla figlia - una professionista di 36 anni - con l’ex militare dell’Arma.
Per Aportone è stata ritenuta invece attendibile la ricostruzione degli spostamenti della sera dell’omicidio: attraverso gli impianti di videosorveglianza fu ripreso dal suo campeggio di Boncore (frazione di Nardò) mentre raggiunse Leverano alla guida del suo furgone e da qui - questa l’accusa - Copertino per fare ritorno.

La difesa contesta la ricostruzione operata. Aportone si dichiara infatti estraneo alle accuse.

I testi in aula 

Proprio le immagini saranno proiettate in aula, così come richiesto dal pm Santacatterina. Qualora il giudizio dovesse proseguire regolarmente (si attende la valutazione sulla capacità di stare in giudizio dell'imputato), saranno ascoltati gli investigatori, ossia i carabinieri del comando provinciale di Lecce che si occuparono dell'inchiesta e che risolsero il caso proprio incrociando indagini tradizionali con l'analisi di filmati e attività tecniche. 

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