A 12 anni abusata dal prete? I medici: «Niente stupro»

A 12 anni abusata dal prete? I medici: «Niente stupro»
di Alessandro CELLINI
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Domenica 5 Novembre 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 17:42

Nessun rapporto sessuale completo: questo dice la visita ginecologica cui è stata sottoposta la ragazzina che ha accusato un parroco di averla violentata. L’esame medico è stato disposto dalla Procura di Lecce nell’ambito degli accertamenti necessari a far luce sulla vicenda, e si è tenuto circa un mese fa, alla presenza di due specialisti: un ginecologo nominato dalla Procura e uno indicato dalla difesa del prete. E l’esito, che ora è allegato al fascicolo d’indagine, è stato chiarissimo: la ragazzina non avrebbe subito alcun rapporto sessuale completo.
Il referto mette in qualche modo in discussione quanto contenuto nell’esposto consegnato un paio di mesi fa, nel quale si fa invece riferimento a vere e proprie violenze sessuali da parte del parroco nei confronti della ragazzina, che oggi ha dodici anni e mezzo. L’indagine in ogni caso va avanti, anche perché non è escluso che gli abusi si siano concretizzati in altri modi. È per questo motivo che il Tribunale per i minorenni ha disposto l’allontanamento della ragazzina dalla casa della madre, e il divieto di contatti tra le due. Non solo: nelle ultime settimane è stato chiesto alla dodicenne di troncare ogni rapporto anche con il padre, che vive lontano dal Salento.
Una decisione drastica, certo. Ma necessaria. Perché tutto sarebbe maturato nell’ambito di un rapporto estremamente conflittuale tra i genitori. Rapporto aggravato dalla separazione e dalle cattive condizioni economiche in cui versava il padre. Proprio da quest’ultimo erano arrivati i primi sospetti su un presunto rapporto poco chiaro tra la moglie e il parroco in questione. Il prete era stato vicino alla coppia nel periodo della separazione; troppo vicino, evidentemente, secondo il giudizio dell’uomo.
 
Poi, nonostante dopo il divorzio i rapporti tra i due si fossero ulteriormente incrinati, la madre aveva cercato di far riappacificare la figlia e il padre, permettendole di trascorrere qualche giorno con lui, lontano da casa. E al rientro nel Salento la ragazzina si sarebbe convinta a parlare dei presunti abusi subiti dal parroco, che dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale aggravata. E anche del presunto coinvolgimento della madre, che ora è indagata per favoreggiamento personale. Nel corso delle indagini la piccola vittima è stata sentita in due occasioni, in sede di ascolto protetto, alla presenza di una psicologa. Ma c’è il massimo riserbo sul contenuto di questi colloqui. Sequestrati i telefoni cellulari del prete e della ragazzina: affidati a un esperto informatico, il loro contenuto contribuirà a chiarire ulteriormente i fatti.
Il parroco indagato, intanto, è ancora in servizio. Non presso la chiesa del paese in cui sono avvenuti i fatti: a luglio, infatti, è stato trasferito in un altra parrocchia. Si è trattato tuttavia di un trasferimento non legato in alcun modo alle vicende in questione. E nella Curia, per il momento, le bocche sono cucite. Nei giorni scorsi il vescovo monsignor Domenico D’Ambrosio ha avuto un colloquio con il comandante dei carabinieri. È stato messo al corrente della situazione, e chi lo conosce bene racconta di come l’alto prelato sia rimasto scioccato dalle accuse mosse dalla Procura al prete.

La linea della Curia, in ogni caso, finora è stata chiara: nessun provvedimento è stato preso nei confronti del parroco, in attesa di capire come si evolverà la situazione.

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