Palazzo Carafa rigetta gran parte delle osservazioni e spinge verso l’approvazione del Piano comunale delle Coste adottato l’estate scorsa dalla giunta comunale di Lecce. C’è però ancora un pezzo di strada da fare prima dell’approdo in Consiglio comunale. La prima tappa è la commissione urbanistica presieduta da Paola Povero che nella seduta di oggi discuterà la relazione con le controdeduzioni alle 26 osservazioni presentate: si tratta di istanze, quasi tutte non accolte, pervenute principalmente (ben 19) dai concessionari degli stabilimenti. Bocciate anche le osservazioni di due associazioni di categoria, ovvero Sib e Federbalneari, come anche quelle inoltrate da Italia Nostra. Altre due sono giunte da singoli cittadini, altrettante da associazioni sportive.
La revisione
L’impianto del Piano non cambia più di tanto, al netto delle novità che riguardano l’integrazione dell’articolo 18 con l’esclusione dall’obbligo di trasformazione dei manufatti di tipo stabile in strutture precarie per le pertinenze demaniali (presunte o potenziali). La questione, tuttavia, è controversa. Per i titolari dei lidi le strutture degli stabilimenti vanno considerate pertinenze demaniali (e quindi non devono essere demolite e trasformate), mentre per il Comune sono opere che potrebbero diventare demaniali “per scelta dello Stato al momento della scadenza della concessione”. E quindi dovrà essere il Demanio a deciderne le sorti ed eventualmente ad incamerarle. La “revisione” stabilisce che l’Ufficio comunale competente, entro i due anni dalla entrata in vigore del Piano, è tenuto a verificare la sussistenza dell’interesse pubblico al mantenimento totale o parziale delle strutture valutando quindi la possibilità o l’opportunità di rimuoverle. Per ora si salva solo lido Granchio Rosso di Frigole perché “non può essere oggetto di trasformazione in manufatto di facile rimozione senza pregiudicare la struttura nel suo complesso”. Le altre integrazioni al Piano delle coste, che porta in dote 26 concessioni, prevedono mirate misure di salvaguardia per i manufatti ricadenti in aree di “interesse turistico-ricreativo”.
Il monitoraggio
L’altra questione riguarda le richieste di revisione della classificazione della criticità dell’erosione costiera: per il Comune assume una valenza indispensabile il monitoraggio che deve seguire un preciso protocollo. Solo successivamente si potrà procedere ad una riclassificazione. «L’obiettivo dell’amministrazione - afferma l’assessore all’Urbanistica Rita Miglietta - è puntare all’attuazione del Piano: abbiamo cercato di accogliere il più possibile garantendo però un equilibrio dentro un assetto e un disegno territoriale degli arenili.
Dopo l’approvazione in Consiglio, che rappresenta il vero banco di prova, lo strumento giungerà poi sui tavoli della Regione che avrà 60 giorni di tempo per esprimersi sulla compatibilità con quello regionale. La spola si concluderà col ritorno a Palazzo Carafa per l’ultimo passaggio formale: la presa d’atto in aula.