Pace, fratellanza e attenzione verso i bisognosi. L'invito del vescovo di Lecce Seccia ai cittadini

Il vescovo di Lecce, Michele Seccia
Il vescovo di Lecce, Michele Seccia
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Sabato 16 Aprile 2022, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:00

«La Pasqua vi conceda la pace, spalanchiamo le porte alla fratellanza». E' il messaggio del vescovo di Lecce ai cittadini in occasione della Pasqua che monsignor Michele Seccia considera di rinascita dopo gli anni segnati dalla pandemia. L'invito del vescovo è quello di trovare del tempo, durante le frenetiche giornate quotidiane, da dedicare alle persone "bisognose" di ascolto e attenzione.

Il messaggio del vescovo ai fedeli

«Fratelli e sorelle carissimi, la gioia della Pasqua di resurrezione inondi di bellezza la vostra vita.

Ma soprattutto vi conceda la pace: il primo regalo del sepolcro vuoto destinato a tutti i cuori induriti dalla smania di potere e di sopraffazione che conduce alla divisione e ai conflitti tra gli uomini e tra i popoli. Il mio augurio pasquale vi raggiunga ad uno ad uno - ha detto il vescovo nel suo messaggio alla città - . Arrivi ai sacerdoti anzitutto, miei familiari stretti in Cristo risorto, Buon Pastore. E attraverso di essi la pace del Risorto arrivi a tutti voi che, da figli premurosi e pazienti, vi affidate alla nostra paternità sacerdotale e al nostro servizio generoso. Vi invito a contemplare con me la bellezza dell’alba di Pasqua e, in essa, ad ammirare tutto il Creato che, in un sussulto di vita nuova, si stringe in un canto di lode e di ringraziamento al suo Signore che è più forte della morte. Facciamolo insieme, in un nuovo patto di fratellanza interpersonale, familiare, universale. È bellezza questa, fratelli e sorelle carissimi. Soprattutto alla fine di questo tempo dove l’ombra della pandemia, la paura del contagio e la diffidenza gli uni verso gli altri hanno contaminato le nostre relazioni».

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«È dono della Pasqua la pace, di questa Pasqua - prosegue Seccia - . Perché il Padre, ancora una volta, nel suo Figlio morto e risorto “ha fatto nuove tutte le cose”, cioè le ha rese ancor più belle, di una bellezza trasfigurata dalla luce pasquale. E, sempre nel suo Figlio morto e risorto, il Padre ha “riconciliato il mondo a sé”: ha definitivamente fatto pace con l’umanità spalancando per sempre le porte alla fratellanza senza frontiere. Sono tutti doni del Risorto. E se la nostra fede si è assopita, raffreddata o è ancora attraversata dal dubbio guardiamo con fiducia avanti: è Pasqua. Il Risorto è in mezzo a noi e ci prende per mano per compiere un salto decisivo: il passaggio da una vita mediocre ad un’esistenza misericordiosa. Dalle connessioni superficiali a cui spesso siamo abituati per via di una realtà virtuale che ogni giorno, sempre di più, logora la genuinità degli abbracci tra le persone, alla freschezza delle relazioni vere, fondate sull’amore».

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L'augurio del vescovo di Lecce è che la Pasqua rappresenti una «conversione profonda della nostra vita: un passo verso l’alto, verso la verità di Dio e due passi in avanti verso i nostri fratelli. Carità verso tutti: mi commuove, mi appassiona e sono davvero grato alle nostre famiglie, alle comunità parrocchiali, alle associazioni di volontariato che quest’anno faranno Pasqua con donne e bambini che sono scappati dall’Ucraina e dalla paura della guerra. Ma il mio invito alla carità, quest’anno, vuole toccare anche la vita, quasi anonima, di ogni giorno: facciamo più attenzione specialmente verso quei “poveri” che non riconosciamo come bisognosi di elemosine, di quelle monete, cioè, per noi spesso superflue, regalate “senza guardare negli occhi chi ce le chiede”, azioni capaci soltanto di mettere la coscienza a tacere. Cerchiamo, invece, con il nostro sguardo profondo, anche quei “poveri” che attraversano le nostre giornate frenetiche - ha aggiunto -, senza fare rumore e senza chiedere nulla ma, che con il loro silenzio tendono la mano per domandare ascolto, compagnia, tempo per loro. È povertà anche quella. E sarà carità anche la nostra. Speciale, insolita ma trasformante perché ci converte e ci cambia la vita: è il passaggio di Pasqua. Ci aiuterà a guardare la luminosità del sole come gioia di un Cristo che risorge e dona chiarore al nostro sguardo. Diventeremo capaci di sorridere con il cuore davanti alla bellezza di cui Dio ci rende protagonisti, nostro malgrado, ogni attimo della vita. Auguri di Buona Pasqua: il Signore della speranza, restituisca fiducia agli ammalati e a chi è solo e dimenticato; raggiunga - insieme con l’affetto del vescovo - gli amici detenuti di Borgo San Nicola; e risplenda nelle vostre famiglie perché intorno alla tavola domestica, nelle vostre case, possiate rivivere il dono straordinario della mensa eucaristica, mensa di servizio vicendevole, mensa di fraternità e di pace, mensa di Pasqua di resurrezione. Dio vi benedica».

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