Supermercato Lidl, pronta l'ordinanza del Comune: demolizione entro 3 mesi. Nuovo capitolo della querelle amministrativa che vede protagonisti il Comune di Lecce e il colosso tedesco leader della grande distribuzione organizzata, proprietario del discount di viale della Libertà, chiuso dal 2019 a causa di autorizzazioni edilizie non in regola. Il settore Pianificazione e Sviluppo del Territorio ha firmato l'ordinanza con cui notifica alla multinazionale l'obbligo di demolire l'immobile e di ripristinare entro novanta giorni lo stato dei luoghi.
L'ultimo atto, questo, di una vicenda iniziata poco più di due anni fa dalla società Discoverde, che gestisce una serie di supermercati, e che è ricorsa alla giustizia amministrativa lamentando la concorrenza sleale per la decisione del Comune risalente al 2015 (giunta bis di Paolo Perrone) di vendere i suoli a Lidl. La vicenda è ormai nota.
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LA STRADA DEL CONFRONTO
Il Consiglio di Stato ha stabilito che il Comune concesse a Lidl i permessi a costruire forzando e stravolgendo l'interpretazione delle norme di attuazione del Piano regolatore che ha destinato quell'area ad attrezzature e servizi di quartiere, nonché verde attrezzato. Dopo una prima fase di ricorsi si è aperta quella interlocutoria tra l'amministrazione Salvemini e la società Lidl sulla base degli indirizzi previsti dall'articolo 38 del Testo Unico dell'Edilizia che prevede, nel caso di immobili abusivi, tre fasi di verifica: la possibilità di rilasciare un nuovo permesso a costruire a seguito della rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la rimozione dei visti sostanziali; la possibilità di demolizione dell'immobile, nel caso non sia possibile la sanatoria; l'applicazione di una sanzione amministrativa qualora non si possa procedere alla demolizione.
LA SENTENZA
Una prospettiva pensata per salvare l'immobile dalla chiusura e che però è naufragata. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, con sentenza del 15 luglio 2020, ha confermato l'interpretazione più restrittiva del Testo Unico Dell'Edilizia, ribadendo come il potere di sanatoria di un Comune non può giungere sino a consentire un condono amministrativo affidato alla valutazione dell'amministrazione. Per i giudici, quindi, non c'è interesse pubblico che tenga: bisogna demolire. L'amministrazione Salvemini ha provato negli ultimi anni a ricucire i rapporti ma deve arrendersi alla decisione della magistratura amministrativa. Nell'ordinanza redatta dal dirigente Maurizio Guido, Palazzo Carafa comunica ufficialmente alla società che non vi è possibilità né di rilasciare un nuovo permesso a costruire né di applicare una sanzione. La Lidl Italia è obbligata quindi a demolire a sua cura e spese entro il termine dei novanta giorni dalla data di notifica dell'ingiunzione l'immobile ripristinando l'originario stato dei luoghi. In caso di mancato adempimento, il bene e l'area saranno acquisite al patrimonio dell'Ente.
Non solo. In caso di inottemperanza dell'ordinanza è prevista una sanzione amministrativa di 20mila euro. La Lidl può presentare ricorso innanzi al Tar di Lecce entro 60 giorni o in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni.