Lidl, ordinanza del Comune: «Demolizione entro tre mesi»

Lidl, ordinanza del Comune: «Demolizione entro tre mesi»
di Stefania DE CESARE
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Sabato 20 Marzo 2021, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 18:22

Supermercato Lidl, pronta l'ordinanza del Comune: demolizione entro 3 mesi. Nuovo capitolo della querelle amministrativa che vede protagonisti il Comune di Lecce e il colosso tedesco leader della grande distribuzione organizzata, proprietario del discount di viale della Libertà, chiuso dal 2019 a causa di autorizzazioni edilizie non in regola. Il settore Pianificazione e Sviluppo del Territorio ha firmato l'ordinanza con cui notifica alla multinazionale l'obbligo di demolire l'immobile e di ripristinare entro novanta giorni lo stato dei luoghi.
L'ultimo atto, questo, di una vicenda iniziata poco più di due anni fa dalla società Discoverde, che gestisce una serie di supermercati, e che è ricorsa alla giustizia amministrativa lamentando la concorrenza sleale per la decisione del Comune risalente al 2015 (giunta bis di Paolo Perrone) di vendere i suoli a Lidl. La vicenda è ormai nota.

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LA STRADA DEL CONFRONTO

Il Consiglio di Stato ha stabilito che il Comune concesse a Lidl i permessi a costruire forzando e stravolgendo l'interpretazione delle norme di attuazione del Piano regolatore che ha destinato quell'area ad attrezzature e servizi di quartiere, nonché verde attrezzato. Dopo una prima fase di ricorsi si è aperta quella interlocutoria tra l'amministrazione Salvemini e la società Lidl sulla base degli indirizzi previsti dall'articolo 38 del Testo Unico dell'Edilizia che prevede, nel caso di immobili abusivi, tre fasi di verifica: la possibilità di rilasciare un nuovo permesso a costruire a seguito della rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la rimozione dei visti sostanziali; la possibilità di demolizione dell'immobile, nel caso non sia possibile la sanatoria; l'applicazione di una sanzione amministrativa qualora non si possa procedere alla demolizione.

Sul tavolo del confronto, poi, c'è stata anche l'ipotesi basata su un'altra sentenza del Consiglio di Stato (numero 753/2018 relativa a un caso analogo del Comune di Martina Franca e Due Esse srl) e che prevedeva, oltre alla verifica della demolizione tecnica, anche l'esame di un eventuale interesse pubblico al recupero dell'immobile abusivo. Questa possibilità ha stimolato la Lidl a presentare un progetto per lavori di ampliamento e modifica dell'edificio esistente con inserimento di nuove funzioni civili di interesse comune con un centro culturale, sala assemblee, mostre e proiezioni, un asilo nido, un consultorio di quartiere, tutte compatibili con le norme tecniche di attuazione del Prg.

LA SENTENZA

Una prospettiva pensata per salvare l'immobile dalla chiusura e che però è naufragata. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, con sentenza del 15 luglio 2020, ha confermato l'interpretazione più restrittiva del Testo Unico Dell'Edilizia, ribadendo come il potere di sanatoria di un Comune non può giungere sino a consentire un condono amministrativo affidato alla valutazione dell'amministrazione. Per i giudici, quindi, non c'è interesse pubblico che tenga: bisogna demolire. L'amministrazione Salvemini ha provato negli ultimi anni a ricucire i rapporti ma deve arrendersi alla decisione della magistratura amministrativa. Nell'ordinanza redatta dal dirigente Maurizio Guido, Palazzo Carafa comunica ufficialmente alla società che non vi è possibilità né di rilasciare un nuovo permesso a costruire né di applicare una sanzione. La Lidl Italia è obbligata quindi a demolire a sua cura e spese entro il termine dei novanta giorni dalla data di notifica dell'ingiunzione l'immobile ripristinando l'originario stato dei luoghi. In caso di mancato adempimento, il bene e l'area saranno acquisite al patrimonio dell'Ente.
Non solo. In caso di inottemperanza dell'ordinanza è prevista una sanzione amministrativa di 20mila euro. La Lidl può presentare ricorso innanzi al Tar di Lecce entro 60 giorni o in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni.

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