Nardò, la Scu gestisce ancora i traffici. Il pentito: «Durante ancora al vertice»

Pippi Durante
Pippi Durante
di di Roberta GRASSI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 17:53

Non sono solo vecchie storie, il racconto di una gestione della Scu ormai tramontata. 
Uno degli ultimi collaboratori di giustizia della Sacra corona salentina ha fatto tremare la sua Nardò, per lo meno quella parte della cittadina che temeva rivelazioni o retate. 
E ha aggiornato al 2018, estendendola fino quasi ai giorni nostri, considerate le sfasature delle indagini giudiziarie, l’influenza di Pippi Durante, in carcere da anni, condannato per l’omicidio di Renata Fonte, l’assessora uccisa nel 1984.  Si parte da uno dei personaggi principali dell’inchiesta sul traffico e spaccio di droga, Roberto Longo.

Armi, droga estorsioni: blitz a Nardò. C'è anche l'usura: 20 euro al giorno chiesti a un commerciante

I pentiti 

Ne parlano 4 pentiti, tra cui Tommaso Montedoro e Cosimo Spano, ex genero di Durante e suo uomo di fiducia fino al 2019. «Era proprio lui - è spiegato nel provvedimento restrittivo - ad accompagnare la moglie di Pippi Durante presso la casa circondariale dove era detenuto in occasione dei colloqui». 
Tutto parte da un “no” di Durante a una richiesta di affiliazione. Si accendono i riflettori, e si inizia ad approfondire. Poi giungono le rivelazioni di Spano che sceglie di collaborare dopo che dal gruppo Scu gli viene attribuito un ammanco di 15mila euro, che non può restituire. 
«Dalla fine dell’anno 2018 sono stato accusato - è riportato nei verbali - di aver sottratto e di essermi appropriato di parte delle somme di denaro da me raccolte».  E poi ancora: «Nel corso di un colloquio in carcere tenuto da me con Durante, presente la moglie, fui redarguito e mi intimarono la restituzione».
Tutto questo per sostenere la tesi che «Durante viene riconosciuto - dice ancora Spano - da tutti quale boss del comprensorio di Nardò».  Spano afferma inoltre che dal 2009 fino al 21 marzo del 2018 avrebbe sempre «raccolto» i proventi illeciti «agendo quale esclusiva persona di fiducia della famiglia Durante. 
Dalle intercettazioni emergeva inoltre che lo stesso Spano, prima di collaborare, percepiva il reddito di cittadinanza e che una volta che si era sparsa la voce dell’ammanco, «tutti lo avevano abbandonato». 

Centro antiviolenza Renata Fonte: scontro in Comune sulla convenzione

Il sostentamento del boss e della moglie


«Dalla data della scarcerazione di Roberto Longo - aggiunge - e fino all’anno 2017 ho percepito da questi una somma di denaro pari a 800 euro al mese da consegnare alla moglie di Durante, cosa che provvedevo a fare sistematicamente ogni mese». 
E qui la connessione con le attività di spaccio di stupefacente: «Roberto Longo dirige lo spaccio quale reggente della piazza di Nardò e agisce insieme al cognato». 
La notizia del “pentimento” si è presto diffusa in città. Da qui i soliti appellativi: «Quel Mino, Mino Spurchia (il soprannome di Spano, ndr,) va beh, sa tante cose, le cose le sa, quello è pericoloso», avrebbe detto Roberto Giammarruto. 

Vittime della mafia, l'hotel "Terminal" dedica una camera a Renata Fonte

L'altro collaboratore 


A rafforzare le tesi accusatorie anche le dichiarazioni di un altro collaboratore, al momento solo dichiarante, Massimiliano Cordella: «Uno dei quattro capi della zona di Nardò» dice, è Roberto Longo. 
«Gestisce prevalentemente il traffico di cocaina, ma anche estorsioni ai danni di commercianti di Nardò, estorsioni che vengono effettuate dai suoi ragazzi, tutti di Nardò e tutti spacciatori». Un altro elemento: «So che Roberto Longo acquista la cocaina nel Comune di Porto Cesareo o a Lecce nel quartiere Santa Rosa, a seconda della convenienza». E ancora: «Una volta - dice - ho visto personalmente in un garage che era nella disponibilità di Longo ,un quantitativo di circa un chilo di cocaina».

Il retroscena: «Tendenzialmente si raccomandava di non tagliare la cocaina, per mettere sul mercato un prodotto di qualità che potesse essere più apprezzato della concorrenza». Nei verbali ci sono spunti investigativi ancora da sviluppare. A testimonianza del fatto che le indagini non sono affatto concluse. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA