Bottiglie rotte, rifiuti e degrado tra l'antico Molo Adriano: scempio a San Cataldo

Bottiglie rotte, rifiuti e degrado tra l'antico Molo Adriano: scempio a San Cataldo
di Stefania DE CESARE
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Venerdì 14 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:51

In passato era il porto dell’antica Lecce. Ora solo un ricettacolo di erbaccia, bottiglie, spazzatura e detriti. E i murales che imbrattano il muro sul mare sono ancora lì in bella mostra. 
Non c’è pace per il Molo di Adriano di San Cataldo. A distanza di un mese dalla mobilitazione promossa dall’associazione “La Voce di Lecce” e dopo le promesse di intervento ribadite anche due giorni fa in audizione in Regione per il recupero del bene, nulla (o quasi) sembra essere cambiato intorno all’area archeologica della marina leccese sempre più condannata all’incuria. La parte storica del molo, risalente all’epoca romana, è circondata da recinzioni (la alcune divelte e arrugginite), ma anche da rifiuti di ogni tipo, erba incolta, spazzatura. E non mancano neanche scarti di cantiere proprio laddove si intravedono i resti più preziosi e antichi del bene archeologico.

Il muro imbrattato e mai ripulito

Una cartolina del degrado che poco si addice con il passato glorioso dell’antica area portuale. E poi resta sempre il problema delle scritte spray che deturpano il muro situato nella parte più moderna del molo: un paradosso vista la spesa esigua – circa un migliaio di euro – necessaria per ripulire la struttura muraria a ridosso del mare. 
A quantificare il costo dell’intervento era stato proprio il Comune che, dopo la campagna messa in campo da studiosi e imprenditori per la tutela del sito, aveva promesso - per bocca dell’assessore alla Cultura Fabiana Cicirillo - che si sarebbe fatto carico «della rimozione della scritta spray sul primo degli spezzoni residui della parte novecentesca del Molo. Abbiamo individuato le somme necessarie e provvederemo nei prossimi giorni insieme all’assessorato ai Lavori pubblici». Eppure, a distanza di poco meno di un mese dall’impegno assunto e a un anno dall’atto vandalico, le scritte sono ancora in bella mostra, pronte per essere “ammirati” dai primi visitatori estivi.

Già da qualche giorno, infatti, San Cataldo è frequentata da chi ha approfittato delle giornate di sole e caldo per vivere la marina tra passeggiate e pic-nic all’aperto. Presto, però, arriveranno anche i turisti per i primi bagni di stagione. Ad accoglierli spazzatura e detriti: un biglietto da visita poco edificante che gli stessi imprenditori della marina vorrebbero evitare. 

Il cantiere abbandonato e le promesse non mantenute

 


«Auspichiamo che prima della stagione estiva almeno quella vergognosa scritta venga cancellata così come dichiarato dall’amministrazione comunale – aveva ribadito Alfredo Prete, rappresentante dell’associazione “La Voce di Lecce” che qualche settimana fa ha lanciato una petizione online Change.org raccogliendo 1.300 firme - questo intervento è solo un primo passo perché l’obiettivo finale è la messa in sicurezza del sito archeologico». 
L’intervento di rimozione delle scritte non risolverà il problema della valorizzazione dell’insediamento. La Soprintendenza ha aperto un cantiere per la tutela dall’erosione e per la messa in sicurezza del Molo di Adriano con il posizionamento delle barriere sui fondali a protezione dei resti archeologi. Sul recupero del sito è stata chiamata in causa anche la Regione Puglia. L’assessore regionale alla Cultura Massimo Bray, intervenuto due giorni fa fa in un’audizione in commissione Cultura, ha garantito «tempi certi per rilanciare il bene e restituirlo alla comunità». E lo stesso Comune, insieme con la Sopritendenza, hanno confermato interventi rapidi- Una nuova promessa per il rilancio e il recupero. Ma, intanto, il Molo di Adriano e i leccesi aspettano.

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