Militare morto dopo il primo ciclo di chemioterapia: 11 medici indagati al Fazzi

Militare morto dopo il primo ciclo di chemioterapia: 11 medici indagati al Fazzi
di Roberta GRASSI
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Lunedì 6 Febbraio 2023, 20:02

Sarà l’autopsia, eseguita oggi, a fornire alcuni dei chiarimenti necessari nell’inchiesta sulla morte di un sottufficiale della marina militare di Taranto, Francesco Sebastio di 59 anni, affetto da linfoma di Hodgkin e morto dopo il primo ciclo di chemioterapia il 20 gennaio scorso all’ospedale Vito Fazzi di Lecce
Il pm Alessandro Prontera, che ha iscritto nel registro degli indagati 11 medici, come atto dovuto, ha conferito ieri l’incarico al medico legale Biagio Solarino e all’ematologo dell’ospedale Panico di Tricase, Vincenzo Pavone. I consulenti di parte, effettuata l’autopsia e tutti gli altri approfondimenti del caso, dovranno rispondere ad alcuni quesiti. Dovranno accertare l’epoca, le cause e i mezzi che hanno portato al decesso.

Si attendono i risultati dell'autopsia

Dovranno anche compiere verifiche sulle linee guida esistenti e sulle buone pratiche clinico assistenziali previste, per appurare se i trattamenti diagnostici e terapeutici ricevuti dal paziente siano stati effettuati in maniera adeguata. E sarà loro cura evidenziare ogni altra eventuale circostanza che abbia potuto avere influenza nel determinare la morte del 59enne. 
Al conferimento incarico hanno preso parte anche i legali dei medici coinvolti (gli avvocati Gianluca D’Oria, Viola Messa, Ladislao Massari, Giuseppe Dello Russo, Stefano De Francesco, Laura Bruno, Frnancesco De Iaco), che hanno nominato i propri consulenti di parte.

I figli, la moglie e il fratello di Sebastio sono assistiti dagli avvocati Lisa Blumetti e Alessandro Alessandrini. 

Cosa è successo


La vicenda inizia a fine dicembre. È stato allora che l’uomo ha iniziato il ciclo di chemioterapia, su indicazione degli specialisti di un ospedale del Modenese dove si era sottoposto ad altre terapie. La seduta di chemio era stata effettuata al Vito Fazzi di Lecce. Subito dopo l’uomo era rientrato a Taranto, ma già il giorno successivo aveva iniziato ad accusare qualche sensazione di malessere. Prima la febbre, poi altro genere di fastidi che erano stati segnalati al personale medico. Tornato in ospedale, ne è stato disposto il ricovero in Rianimazione. Il 20 gennaio le condizioni sono improvvisamente peggiorate. Fino al decesso, nel pomeriggio. 
Da quel momento i famigliari non si sono dati pace. Hanno presentato un esposto, chiedendo verità e giustizia. Invocando una ricostruzione dei fatti che possa fornire risposte ai tanti interrogativi rimasti sospesi. Vogliono sapere cosa abbia strappato al loro affetto il 59enne, se qualcuno abbia commesso errori per negligenza, imprudenza o imperizia, e se il dramma si sarebbe potuto evitare. 

Sotto sequestro la cartella clinica


La Procura, come per prassi, ha sottoposto a sequestro la cartella clinica. E una volta individuati tutti i sanitari che si sono occupati del caso, ha conferito l’incarico per l’accertamento tecnico irripetibile. Si tratta come noto di un atto dovuto per fare chiarezza sui fatti e per ottenere una ricostruzione, anche a garanzia di tutte le persone che hanno avuto un ruolo nella circostanza. 

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