Marti sconfessa Finamore: «Chi vota sì al piano traffico è fuori da Grande Lecce»

Marti sconfessa Finamore: «Chi vota sì al piano traffico è fuori da Grande Lecce»
di Francesca SOZZO
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Lunedì 19 Marzo 2018, 00:31 - Ultimo aggiornamento: 11:26
«Qualora ci fossero dissenzienti sulla linea politica da seguire, sono invitati ad uscire dal gruppo Grande Lecce». La posizione di Roberto Marti, senatore leghista e fondatore della lista civica, è netta. La mozione sull’inversione di marcia di viale Marconi - presentata dal centrodestra - va votata. Punto. E chi non è d’accordo è invitato a proseguire su altre strade. 
È bufera in Grande Lecce all’indomani delle dichiarazioni rese a Quotidiano. «La viabilità di Carlo Salvemini è un fallimento e i dissenzienti nel voto sulla mozione del centrodestra riguardante il piano traffico sono fuori dal gruppo». Questo il messaggio firmato dal senatore del centrodestra con un post su Facebook: Marti non ha gradito l’uscita del capogruppo della lista Antonio Finamore che nei giorni scorsi aveva inviato una lettera al sindaco Carlo Salvemini e al presidente del Consiglio Paola Povero per ritirare la propria adesione e quella di tutti gli altri consiglieri del gruppo, Alberto Russi, Paola Gigante e Laura Calò, dalla mozione che porta la firma di tutti i capigruppo del centrodestra - Michele Giordano (Fratelli d’Italia), Paride Mazzotta (Forza Italia), Antonio Finamore (Grande Lecce), Bernardo Monticelli Cuggiò (Lecce città del mondo), Mauro Giliberti (gruppo misto) e Angelo Tondo (Direzione Italia) - su proposta del consigliere Gaetano Messuti e con la quale si chiedeva al sindaco Carlo Salvemini di «congelare ogni decisione sull’inversione di marcia su viale Marconi in attesa di un Piano Traffico».
Una mozione che Grande Lecce ha considerato «superata» dopo l’annuncio del sindaco sulla modifica della viabilità dopo i lavori per il completamento della rotatoria della Villa comunale. Una volta conclusi i lavori le auto che entreranno in città percorrendo viale De Pietro una volta arrivate alla rotatoria di via Garibaldi potranno svoltare a destra per via XXV Luglio, oppure imboccata la rotatoria girare a sinistra per risalire su via Cavallotti in direzione viale Marconi dove l’inversione di marcia resterà permanente. Spiegando di fatto anche la ratio della scelta di invertire il senso di marcia su viale Marconi che il centrodestra vorrebbe invece congelare. Solo dopo questa spiegazione è arrivata la lettera di Grande Lecce, al momento il gruppo più dialogante con Salvemini: «Il sottoscritto - scrive Finamore -, a nome anche dei componenti del gruppo consiliare “Grande Lecce”, chiarisce che interpellato telefonicamente mal interpretava la natura della mozione per cui erroneamente aderiva alla stessa. Successivamente, presa visione del contenuto della mozione e sentiti i componenti del proprio gruppo, dichiara di non condividere tale atto e conseguentemente ritirare la propria adesione». 
 
Tanto è bastato per mandare su tutte le furie il senatore Marti che dichiara di aver appreso solo dalla stampa la posizione di Grande Lecce: «Non posso che prendere le distanze dalle dichiarazioni rilasciate dal consigliere Finamore. Grande Lecce è una lista civica con quasi 10 anni di militanza nel centrodestra e federata con la Lega. Se potessi votare, il mio voto sarebbe a sostegno senza alcun dubbio della mozione presentata dalla maggioranza, su viale Marconi e viale Cavallotti. È quindi evidente che qualora ci fossero dissenzienti sulla linea politica da seguire, sono invitati ad uscire dal gruppo Grande Lecce - ha tuonato il senatore - Le ragioni della mia scelta risiedono nel fatto che la sperimentazione dell’inversione di marcia su viale Marconi è stata un fallimento. Ne hanno risentito i cittadini e i commercianti di zona. Penalizzerà ancora di più i commercianti del mercato di piazza Libertini e provocherà un aumento dell’inquinamento in zone a forte densità abitativa come viale Lo Re. Per poter pensare di rendere tale soluzione, una buona scelta è opportuno prima fornire la città di un piano parcheggi e un piano traffico pubblico che non penalizzi le categorie e i cittadini». 
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