Lupiae, traballa la maggioranza

Lupiae, traballa la maggioranza
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Mercoledì 29 Agosto 2018, 22:46
Prima Lecce non parteciperà all’incontro fissato per oggi pomeriggio alle 17.30 alll’Hotel Zenit. Porte rigorosamente chiuse. Sul tavolo la vicenda Lupiae, società in house del Comune in seria difficoltà economica. 
La decisione dei tre consiglieri di area di centrodestra Antonio Finamore, Laura Calò e Paola Gigante - firmatari del Patto per la città con Carlo Salvemini - arriva a distanza di qualche settimana dopo il primo avvertimento lanciato il 6 agosto scorso chiedendo all’amministrazione comunale di salvaguardare i livelli occupazionali e scongiurare ulteriori tagli di salari. «Non lasceremo in balia delle onde i lavoratori - avevano sottolienato i tre - in un momento difficile per dare soprattutto senso compiuto alla nostra presenza in maggioranza, diversamente - avevano già annunciato - verrebbero meno le ragioni oggettive per continuare a starci». Un aut aut ribadito ieri nel tardo pomeriggio con un post sulla pagina facebook della lista civica nata dopo l’addio, da parte dei tre consiglieri a Grande Lecce, la lista del senatore Roberto Marti.

L’amministrazione comunale nelle scorse settimane si è dovuta difendere dagli attacchi incrociati del centrodestra certo che le intenzioni dell’attuale amministrazione siano quelle di liquidare la società in house. Da parte sua Salvemini aveva chiarito e ribadito più volte che la strada della salvezza della società partecipata era segnata da nuove leggi in vigore (legge Madia e codice degli Appalti) stella polare dalla quale non si può prescindere. Anche perché «Salvare la Lupiae così com’è significa far saltare anche il Comune», aveva ricordato il sindaco Salvemini ai suoi accusatori. 

Scricchiola dunque la maggioranza-stampella di Salvemini con i tre consiglieri di Prima Lecce che hanno voluto ribadire al sindaco che il patto sottoscritto «era finalizzato esclusivamente ad evitare un lungo commissariamento nel primario interesse della città e della collettività amministrata e non certo al mantenimento della coalizione di governo in carica - ha sottolineato - diversamente avremmo accettato ruoli e poltrone che non abbiamo mai invocato. Auspichiamo che questo grido di allarme venga valutato con la dovuta serietà e con risposte certe e tempestive che non possono essere procrastinate ulteriormente».
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